Tinaglia: “Esiste una Messina possibile, senza i Genovese, i D’Alia, i Buzzanca”

Quanto sta accadendo nel Lazio, quanto accade ogni giorno nei Palazzi della politica che vanno via via sfaldandosi sta aprendo una riflessione sulla differenza tra antipolitica e altra politica. E’ in questo contesto che s’inserisce la lettera aperta di Reset sull’attuale momento che stiamo vivendo a Messina.

“Non crediamo-si legge- che il problema sia solo quello di cambiare, o come piace dire a qualcuno rottamare, la classe politica e dirigente attuale: in questi anni abbiamo visto anche alcune persone di qualità in ruoli importanti per lo sviluppo della città. Nessuno però è riuscito a incidere, a cambiare le cose, a invertire l’inarrestabile declino. Il problema, è ovvio, non può essere legato solo alle persone ma soprattutto al metodo utilizzato. Chiariamo che anche quei personaggi ai quali riconosciamo qualità non hanno avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di lasciare questo sistema e i propri posti di potere e di denunciare come quel modo di fare politica renda impossibile cambiare le cose, se non in peggio”.

Spesso, secondo la riflessione di Alessandro Tinaglia la mancanza di coraggio o di capacità d’incidere per cambiare diventa complicità e corresponsabilità. Ecco perché secondo il Movimento è arrivato il momento di cercare “altre persone” rispetto a quanti finora hanno dimostrato, in un modo o nell’altro, di aver fallito.

“Esiste –prosegue Tinaglia- e la stiamo sperimentando con reset! da oltre un anno, una via di mezzo tra la politica partitica ed autoreferenziale che ha fallito almeno negli ultimi venti anni e l'antipolitica che sceglie, irresponsabilmente, di limitarsi ad attaccare i responsabili della situazione attuale.Questa via di mezzo si realizza in una "ideologia" che fa del fare, del risolvere le questioni aperte, insomma del bene della città e dei cittadini il proprio principale e fondamentale obiettivo”.

Reset è consapevole dei rischi della demagogia ma la condivisione e la concertazione sono il primo passo per la risoluzione delle questioni che non può che essere affidata a chi in merito a quelle tematiche è realmente competente.

“Non siamo mai stati una città rassegnata, abbiamo reagito con orgoglio e forza a terremoti e guerre: se continuiamo a pensare che la storia di Messina sia quella del fallimento degli ultimi quaranta anni facciamo un grande errore, perché le nostre radici sono fatte di orgoglio e cultura. Questa è storia. Si può cambiare ma per farlo serve che tutti comprendiamo che questo è probabilmente " l'ultimo treno".

Tinaglia e gli esponenti di Reset invitano alla non rassegnazione, alla scelta di “metterci tutti la faccia” per qualcosa che servirà a cambiare, per costruire quella “Messina possibile” in cui tutti credono nonostante l’amarezza e la desolazione. L’ultimo messaggio è destinato al segretario cittadino del Pd Peppe Grioli: ““messinese e uomo che stimo, al quale riconosco onestà intellettuale, una persona per bene, come poche: Giuseppe, scusami ma credo che sia contradditorio e poco plausibile, oltre che davvero poco credibile, parlare di cambiamento, di rinnovamento, quando il proprio riferimento è Genovese o Buzzanca, D’Alia o Briguglio o qualunque altro dei personaggi che hanno caratterizzato la storia degli ultimi decenni della politica messinese! Questi signori, tutti, ci hanno dimostrato con i fatti che Messina ed i Messinesi sono il loro ultimo pensiero.”

Insomma per Reset esiste un’altra “Messina possibile” ma solo se si ha il coraggio di sganciarsi dai vecchi metodi e da un sistema e da protagonisti che hanno fallito negli ultimi decenni per iniziare a camminare da soli.

Rosaria Brancato