I centristi: la crisi di Messina dipende da Accorinti. Ecco il motivo della sfiducia

Il gruppo consiliare dei centristi torna a parlare della mozione di sfiducia. In una lettera, i consiglieri comunali Mario Rizzo, Andrea Consolo, Libero Gioveni, Franco Mondello e Mariella Perrone si dicono sempre più convinti che le ragioni del documento depositato a luglio presso la segreteria generale di Palazzo Zanca, su cui sono state poi apposte le 16 firme, siano più che mai attuali ed è su questo – a loro modo di vedere – che si dovrebbe concentrare il dibattito post sfiducia.

Nella loro lettera, i Centristi per la Sicilia partono dal recente congresso provinciale della Cisl di Messina, «in cui – evidenziano – sono emersi i dati che confermano il fatto che la nostra città vive una crisi senza precedenti. Quasi un messinese su due è a rischio povertà, con più della metà della popolazione che, tra l’altro, ha superato i 65 anni».

Secondo gli ex Udc, «tutto ciò deriva semplicemente da un inattuato concreto programma di investimenti di sviluppo nella nostra città».

«I dati comunicati dalla Cisl – continua il documento – confermano che il metodo amministrativo e politico visto negli ultimi anni per la nostra città non ha funzionato Non basta concludere, burocraticamente, procedure documentali nate parecchi anni fa. In questo ultimo periodo, invece di pensare e concentrarsi su aspetti teorici che nessun vantaggio hanno portato ai nostri cittadini, occorreva dare concretezza ad iniziative per favorire investimenti extra comunali e privati con lo scopo, non solo di valorizzare i nostri territori compresi quelli “ex provinciali”, oggi metropolitani, ma soprattutto di incrementare l’offerta occupazionale locale».

Per Rizzo e colleghi la validità della sfiducia ad Accorinti è confermata «dalle parole del segretario provinciale della Cisl, Giuseppe Famiano, il quale ha manifestato la necessità di una maggiore presa di coscienza degli enti locali in termini di programmazione dello sviluppo del territorio urbano».

Secondo i centristi l’amministrazione comunale avrebbe dovuti proporre « anche un programma straordinario fatto di accordi istituzionali con Regione e Stato per la proposizione di atti e norme specifiche di natura defiscalizzante per i potenziali imprenditori, realizzato proprio per attrarre investimenti da destinare a progetti di sviluppo turistico e commerciale nelle moltissime aree abbandonate, ed ormai anonime, ubicate nel nostro territorio urbano, ovvero le aree ex Fiera, ex Sanderson, Zir, zona falcata, ed il lungo litorale che, con i suoi 60 chilometri di estensione, rappresenta, in molti punti, un’opportunità straordinaria».

«Ma ciò non è stato fatto», accusano i consiglieri comunali.

« Il conseguenziale e profondo rammarico che accomuna i sottoscritti consiglieri alla stragrande maggioranza dei cittadini messinesi – conclude la lettera – è fondato sulla consapevolezza che si sono persi ulteriori opportunità legate ad un periodo, quello relativo a questo mandato amministrativo, che si era proposto come quello del cambiamento e che, invece, si è dimostrato impercettibile e complice di un peggioramento sociale ed economico, così come testimoniato dai dati della Cisl.