“La maratona serve solo a ottenere il sì a occhi chiusi su atti importanti”

MessinAccomuna scrive ai consiglieri comunali. Il movimento formato dall’ex sindaco Renato Accorinti e da alcuni ex assessori si appella ai consiglieri che saranno chiamati in questi giorni alla maratona delle 30 delibere, inizialmente 42, che il sindaco De Luca vuole portare in aula prima dell’approvazione della rimodulazione del piano anti dissesto. Ecco la lettera:

«Secondo il “cronoprogramma” del Sindaco il Consiglio Comunale dovrebbe approvare in 4 giorni ben 30 delibere, per giungere il 23 novembre all’adozione del nuovo piano di riequilibrio. È una proposta che non ha senso. Nessun Comune che abbia aderito al riequilibrio finanziario ha mai approvato preventivamente le delibere che danno attuazione al piano. Il piano di riequilibrio è un atto di programmazione e i provvedimenti attuativi vanno adottati a valle, e non a monte. Fare l’opposto è illogico: è come dire che nella programmazione urbanistica i “piani particolareggiati” debbano precedere il Piano Regolatore. È un’ipotesi impensabile, contraria al buon senso e alle pratiche di buona amministrazione; a maggior ragione se si tratta di meri atti di indirizzo. A che serve allora questa maratona? A nulla. O forse a ottenere l’approvazione a occhi chiusi di provvedimenti di grave importanza, mascherandoli da presunta “necessità” per evitare ogni discussione sul loro merito politico e sulla loro stessa rispondenza al risanamento finanziario di Messina.

Volendo assegnare tempi per l’adozione degli atti conseguenti, va considerato che Ministero e Corte dei Conti hanno in totale 90 giorni per l’approvazione finale del piano. Ci sono tre mesi per pervenire alla migliore versione dei provvedimenti attuativi, consentendo al Consiglio di svolgere in maniera consapevole e costruttiva il suo ruolo di organo deliberante. Un Consiglio responsabile dovrebbe oggi calendarizzare il corretto ordine dei lavori in modo da discutere entro i termini di legge (il 3 dicembre, non il 23 novembre!) il piano di riequilibrio e adottare nei tre mesi successivi gli atti conseguenti di sua competenza.

Ciò anche perché: 1) prima delle singole delibere va definita con certezza l’entità finanziaria della manovra; 2) molti degli atti proposti sono irrilevanti rispetto al riequilibrio finanziario; 3) per molti altri possono esservi alternative importanti, da considerare in maniera approfondita per non appesantire i cittadini con sacrifici inutili frettolosamente stabiliti».