«Vi racconto perché mia figlia è stata trasferita d’urgenza al Meyer»

MESSINA – Pochi giorni fa una ragazzina di 14 anni è stata trasportata d’urgenza a bordo di un volo militare dall’aeroporto di Catania all’ospedale Meyer di Firenze (VEDI QUI) La paziente era stata ricoverata al Policlinico di Messina e per le gravi condizioni in cui versava è stata la Prefettura di Messina a richiedere il volo alla Sala Situazioni di Vertice del Comando della Squadra Aerea, la sala operativa dell'Aeronautica Militare che ha tra i propri compiti quello di organizzare e gestire questo genere di trasporti su tutto il territorio nazionale in coordinamento, appunto, con le Prefetture.

A distanza di pochi giorni è il padre a voler raccontare cosa è accaduto prima di quel trasferimento d’urgenza. «Vi spiego con precisione la dinamica e il perché si è arrivati all'urgenza e al trasferimento di mia figlia al Meyer». Con una lettera-denuncia, il padre della quattordicenne ripercorre tutti i momenti che hanno preceduto quel volo che li ha portati al Meyer di Firenze dopo giorni di sofferenze per la piccola.

IL RACCONTO

«Lo scorso 10 luglio -scrive il padre – mia figlia giunge al Pronto soccorso pediatrico del Policlinico in arresto e insufficienza respiratoria. Viene riscontrato tramite broncoscopia un granuloma in zona tracheale, viene trasferita immediatamente in Terapia Intensiva Pediatrica presso lo stesso nosocomio, ma il 17 luglio viene trasferita al Garibaldi di Nesima a Catania per eseguire l’asportazione del granuloma nel reparto di Chirurgia toracica. Noi genitori e familiari attendiamo dietro la porta della sala operatoria dopo aver firmato i consensi di anestesia, ma non abbiamo ricevuto più alcuna notizia né su come stava la minore e né sulla riuscita dell'intervento. Ad un certo punto è stato il personale del trasporto dell'ambulanza a riferirci che nostra figlia era uscita dalla sala operatoria e che già erano di rientro in direzione Messina per tornare in Terapia intensiva pediatrica al Policlinico. Giunti al Policlinico ci viene riferito che il granuloma si era assorbito. Miracolo o presa per i fondelli?

Successivamente viene trasferita nel reparto Pediatria d’urgenza con una sonda tracheotomica più lunga per bypassare il granuloma e allora ci chiediamo: il miracolo che fine ha fatto?

Il 3 agosto mia figlia viene dimessa dalla Pediatria per tornare a casa con sonda tracheostomica, che innanzitutto ha e può avere solo una gestione ospedaliera. La sera stessa siamo stati costretti a chiamare in il 118 poiché non risalivano muchi dalla cannula.

Il 6 agosto abbiamo dovuto chiedere l’intervento del 118 per poi giungere al Pronto soccorso con la minore in anossia, è stata nuovamente eseguita una broncoscopia d’urgenza per aspirare i muchi e si manifesta nuovamente la presenza del granuloma. Quindi il miracolo non c'è.

Veniamo ricoverati nel reparto di Pediatria d'urgenza, ho chiesto alla struttura di indirizzare mia figlia presso una struttura competente per il caso specifico, ma non vengo ascoltato.

L’8 agosto viene nuovamente fatta una nuova broncoscopia dove avviene nuovamente il “miracolo”: il granuloma non c'è più. Ma intanto la piccola contraeva la sepsi, inizia vomito e picchi febbrili di 39,5 gradi.

Il 10 agosto viene sottoposta nuovamente a broncoscopia dove si evidenziano tanti granulomi sparsi, il “miracolo” non c'è stato, in serata la piccola inizia a vomitare sangue, stesso situazione il giorno successivo, fin quando ho chiamato il 112 per chiedere l’intervento dei Carabinieri.

" Dopo l'intervento dei militari, racconta l'uomo,"immediatamente la Direzione sanitaria si attiva per il trasferimento in una struttura adeguata al caso. Mi viene riferito che il trasferimento sarebbe avvenuto il 14 agosto ma ciò non è avvenuto e sono tornato dai Carabinieri.

Il 16 agosto nel frattempo la piccola veniva trasferita in Terapia Intensiva Pediatrica per un peggioramento delle condizioni e nello stesso giorno è avvenuto il trasporto al Meyer, dove è stato confermato che il “miracolo” non era mai esistito e che mia figlia è sempre stata in pericolo di vita.

Procederò per vie legali perché non bisogna nè agire e nè scherzare con la vita delle persone».