Chiusura Banca d’Italia, Navarra:«Presenza a Messina oggi più che mai necessaria»

«La presenza a Messina della Banca d’Italia appare oggi più che mai necessaria». Se la filiale messinese della Banca d’Italia chiude, l’Università non sta a guardare. Con una lettera, indirizzata al direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, il prof. Pietro Navarra, rettore dell’Ateneo cittadino, esprime le proprie perplessità sul progetto di riforma della rete territoriale della Banca d’Italia, che prevede, tra l’altro, la chiusura della filiale di Messina.
Già durante la manifestazione di protesta di lunedì 16 marzo, indetta dalle sigle FISAC-CGIL, FALBI-CONFSAL, UILCA E FIBA-CISL, i sindacati e l’amministrazione comunale non avevano taciuto la loro preoccupazione. In un contesto come quello messinese, dove usura e riciclaggio assumono un peso rilevante, la temuta chiusura della filale si tradurrebbe nell’abbandono di un presidio di legalità.
«Tale eventualità», sostiene Navarra nella missiva, «verrebbe ad incidere in modo molto negativo sulla strada del rilancio della città e del suo comprensorio».
«La filiale di Messina», spiega il Rettore, «attualmente opera in un bacino particolarmente ampio dal momento che comprende 108 comuni; variegato, poiché su di esso insistono siti turistici di rinomanza internazionale (Taorrmina), comunità marine dalla grande attrazione (Isole Eolie, ecc.) e località montane con particolari caratteristiche (Nebrodi, Peloritani, ecc.); strategico, in quanto luogo di transito dalla Sicilia alla penisola».
In una tale realtà, continua Navarra, «si è potuto instaurare negli anni una proficua collaborazione fra l’Università e la filiale della Banca d’Italia per analisi e confronti sui temi dell’economia. […] Inoltre i fenomeni distorti dell’economia (usura, riciclaggio, redditi sommersi, ecc.) da oggetto di analisi e di studio sono poi divenuti coscienza civile e sociale nelle attività di tirocinio e di stage svolte dagli studenti dell’Ateneo presso la filiale».
Ma il Rettore non si limita ad elencare gli episodi di fruttuosa cooperazione del passato e rilancia. «L’ateneo di Messina, proprio contando sulla presenza in loco della Banca d’Italia, si appresta a lanciare un ampio e intenso programma nel settore agroalimentare, programma che per la sua unicità in Italia (e, per alcune branche, in Europa) verrà ad attirare a livello internazionale l’interesse dei più grandi gruppi del settore». «È evidente», non manca di sottolineare Navarra, «che sarà necessario un capillare controllo sull’intera filiera finanziaria».
Sembrerebbe che attorno a Piazza Cavallotti, sede tra l’altro della Camera di Commercio, si stia formando un nutrito “cordone politico” per impedire quello che viene letto da molti come l’ennesimo sgarbo alla città. Nel frattempo, Messina, così come il Rettore, nella certezza che il direttore generale Rossi assumerà le decisioni più giuste per la città, porge un cordiale saluto.
Gabriele Quattrocchi