Politica

Lettera elettorale, esplode la polemica tra il sindaco De Luca e il M5S

MESSINA – “Esprimiamo il nostro più vivo imbarazzo per la lettera inviata all’intera cittadinanza da Cateno De Luca, che nelle vesti di sindaco metropolitano ha invitato gli elettori messinesi a votare per l’esponente di Forza Italia Dafne Musolino con un’attività di propaganda elettorale svolta nell’esercizio delle proprie funzioni. Forse sarebbe il caso di ricordare al primo cittadino di Messina cosa significa ricoprire un ruolo istituzionale, che non andrebbe strumentalizzato in alcun modo per fare campagna elettorale”.

L’ESPOSTO

A sostenerlo sono i portavoce messinesi del M5s Francesco D’Uva, Grazia D’Angelo, Valentina Zafarana e Antonio De Luca, attraverso un esposto presentato all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, al CoreCom Sicilia, alla Guardia di Finanza e al Prefetto “affinché si facciano gli opportuni accertamenti in merito e si valutino eventuali profili di illiceità per violazione delle normative, adottando con urgenza i consequenziali provvedimenti previsti dalla legge”.

Citano l’articolo 9 della legge del 22 febbraio del 2000, numero 28, che al comma uno recita: “Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”. Divieto, questo, che sarebbe “ribadito anche con la circolare della Presidenza del Consiglio dei ministri del 3 marzo 2014”.

Ad avviso degli esponenti del M5S “E’ inaccettabile che un politico che si è sempre professato come ‘antisistema’ e ‘anticasta’ utilizzi questi mezzi subdoli tipici della vecchia politica, continuando a tradire la fiducia riposta in lui da tanti elettori. Infine, vorremmo capire il senso della manifestazione dello scorso primo maggio, quando si è autosospeso dalle sue funzioni di sindaco metropolitano, consegnando la sua fascia azzurra: un’iniziativa che alla luce degli ultimi risvolti appare sempre più per quello che è sempre stata, ovvero l’ennesima “carnevalata” di un esponente delle istituzioni alla perenne ricerca di consensi”.

“Ad esprimersi sui contenuti dell’esposto concludono i pentastellati – saranno gli enti preposti”.

IMMEDIATA LA REPLICA DEL SINDACO METROPOLITANO DE LUCA il quale parla di “atti di cecchinaggio per sporcare la campagna elettorale, prima leggete le carte…”.

De Luca, dal canto suo, sostiene che “nessun impiego di denaro pubblico è stato utilizzato per la nota da me inviata agli elettori a sostegno della candidatura di Dafne Musolino per il rinnovo del Parlamento europeo. Per dovere di cronaca, la spesa esatta a carico del mandatario ‘privato’, Michele Malluzzo, è stata pari a 105.332,49 euro, per circa 300.000 invii a Messina e provincia. L’importo unitario è di 0,34 euro, tutto compreso oltre iva di legge.

Le argomentazioni, oltre che puerili – attacca il sindaco peloritano – sono anche prive di fondatezza giuridica. Rammento ai Cinque Stelle che l’articolo 9 comma 1 della legge 28 del 2000, secondo una previsione letterale, impone l’invocato divieto direttamente alle ‘Amministrazioni pubbliche’ intese come Enti e Organi e non già come singoli soggetti che ne esercitano le funzioni”.

De Luca cita quindi la Circolare numero 16 del 15 aprile 2009 del Dipartimento per gli Affari interni e territoriali – Direzione centrale dei servizi elettorali  “la quale fuga ogni dubbio.

Di fatto, la stessa precisa che l’espressione ‘pubbliche amministrazioni’ – chiosa il sindaco – deve essere intesa in senso istituzionale riguardando gli organi che rappresentano le singole amministrazioni e non con riferimento ai singoli soggetti titolari di cariche pubbliche, i quali, se candidati, possono compiere attività di propaganda al di fuori dell’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, sempre che, a tal fine, non vengano utilizzati mezzi, risorse, personale e strutture assegnati alle pubbliche amministrazioni per lo svolgimento delle loro competenze.

Insomma – conclude De Luca – il solito film già visto, che denota quanta improvvisazione c’è in soggetti che, dal punto di vista politico, tirano a campare sfidando la sorte”.