“La nostra vita messa quotidianamente a rischio da un’autostrada indecente”

Riceviamo e pubblichiamo:

"Da circa cinque anni per motivi famigliari, mi sono trasferito da Messina, mia citta natale, a Letojanni, splendida cittadina sulla costa jonica, ma i miei interessi lavorativi sono rimasti nella città.

Da quel giorno e per scelte obbligate fatte di impegni e orari particolari, mi tocca utilizzare l’auto per raggiungere il centro di Messina attraverso l’ autostrada Messina – Catania… Dire che rischiare la vita ogni giorno può sembrare esagerato, ma credetemi è la verità sacrosanta!

Il manto stradale è una indecenza: pieno di buche e insidie fatte anche da segnaletica abbandonata. Per non parlare delle giornate di cattivo tempo: pozzanghere al limite della percorrenza, pendenze contrarie al flusso delle acque, gallerie non illuminate, sterpaglie e piante che vengono fuori da ogni parte. E i parcheggi di emergenza? Vere discariche sporche e senza una colonnina di emergenza. La stazione di servizio di S. Teresa chiusa da anni, la segnaletica di circa trenta anni fa…

E poi le interruzioni per lavori fermi da anni, fra cui il tratto prima dell’Autogrill di Tremestieri (proprio nella curva) direzione Me-CT con solo una corsia da cinque anni.

Ed ancora, la frana di Letojanni: sta lì da due anni! Ma la cosa più “divertente” è la comunicazione che hanno applicato all’ingresso dei caselli di Giardini, Taormina e Messina informando che lo svincolo di Taormina sarebbe rimasto chiuso per lavori fino al 30 Novembre. E come per incanto la notte del 28 novembre il cartello scompare ed il casello è amcora chiuso, con tutto ciò che comporta: per raggiungere Letojanni o Taormina si deve uscire a Roccalumera o Giardini. E non voglio entrare nel merito dell’incidente mortale dela scorsa settimana.

Questa riflessione sono certo che sarà condivisa da tutti quelli che utilizzano l’autostrada e da coloro che pagano un pedaggio salatissimo senza avere nessun servizio e quelle minime garanzie che un gestore dovrebbe dare".

Con rispetto

Francesco Crupi