Cerreti e Tamà scrivono a Lombardo: è instabilMpa

Il clima in casa è Mpa risulta essere teso ormai da tempo nei rapporti tra le aree intere che compongono il movimento. Tra battibecchi e prese di posizione varie il partito che nasce da ambizioni autonomiste cerca ancora uno spazio politico in cui spiccare il volo. La voglia di svoltare del leader Lombardo è emersa anche dall’annuncio di voler cambiare forma e struttura della sua creatura, per la quale molti hanno lavorato chiedendo poi un maggiore riconoscimento per quanto fatto. Anche per questo i rapporti non sono idilliaci con alcune componenti del partito.

Prendi Messina con Lo Monte e Latteri. I botta e risposta mediatici sono il sentore di qualcosa che sembra non quadrare all’interno del Mpa. I rapporti tra l’attuale governatore e diversi uomini della nostra provincia rappresentano forse il caso più emblematico dell’instabilità interna che si registra. Un’instabilità che inevitabilmente genera reazioni, anche sul locale, sfociando, come la politica di oggi ci insegna, in flirt più o meno confermati con altre formazioni politiche. A Forza del Sud, altro movimento dichiaratosi meridionalista, sono stati ad esempio accostati i capigruppo al Comune e alla Provincia di Messina, Sebastiano Tamà e Roberto Cerreti. Gli esponenti messinesi hanno per questo voluto chiarire l’attuale ferma collocazione attraverso una lettera inviata proprio al leader del Mpa, Raffaele Lombardo.

Parole non morbide, attraverso le quali si chiede una scossa per non far sgretolare irrimediabilmente la struttura autonomista. «Diversi sono stati i contatti e gli inviti fatti dalle tante forze politiche regionali e nazionali per aderire ai loro progetti – esordiscono i due confermando il dialogo con altri partiti -, ma la nostra formazione culturale e l’onestà intellettuale che ci ha sempre contraddistinto ci hanno spinto a non accettare eventuali cambi di casacca. Di contro però, dobbiamo con grande rammarico constatare che, al cospetto della nostra serietà e di quella di tanti autonomisti messinesi, a nulla sono valse le tante segnalazioni fatte, inerenti alla scarsa attenzione del partito e del Governo Siciliano alla città di Messina ed alla sua provincia, se non solo ad avallare sue reazioni scomposte ed incomprensibili, come gli attacchi mediatici fuori limite di buon gusto, fatti contro Ferdinando Latteri e Carmelo Lo Monte».

“Messinesità” che Cerreti e Tamà continuano a rivedicare: «Noi capigruppo consiliari autonomisti ci siamo contraddistinti, oltre per essere stati i primi rappresentanti istituzionali messinesi ad aderire nel MPA nel 2006, per la chiarezza con cui abbiamo sempre difeso gli interessi del nostro territorio, anche a costo di rischiare l’espulsione dal partito, coscienti che l’Autonomia, almeno per noi, fosse una cosa seria, un elemento innovatore valido, da difendere e da scagliare contro le antiche logiche clientelari che hanno deturpato ed avvilito la società siciliana negli ultimi 150 anni. Oggi, purtroppo, assistiamo con grande imbarazzo alle sue evoluzioni politiche che in alcun modo tengono in considerazione la base autonomista e che scelleratamente potrebbero consegnarci da qui a brevissimo, ovviamente sempre in maniera caotica, l’eliminazione del Movimento per l’Autonomia dal panorama politico siciliano. Considerato che le uniche notizie in merito a quanto sopra giungono scordinatamente solo dai media, vorremmo tentare di uscire dall’imbarazzo politico in cui ci troviamo e si trova l’intera popolazione autonomista siciliana, chiedendoLe, una volta e per tutte, di chiarire se noi Autonomisti e sicilianisti convinti, esistiamo ancora come forza politica denominata Movimento per l’Autonomia, o se Lei ha deciso di decretare ufficialmente la fine della nostra avventura partitica, dando così conseguenze logiche alle irrazionali accuse mosse nei confronti della deputazione messinese rimasta, che ancora insiste nel progetto autonomista».

In conclusione l’appello finale: «Non siamo segretamente militanti in altra realtà partitica – aggiungono Cerreti e Tamà -. L’obiettivo è quello di riuscire a sensibilizzare, se non Lei, almeno il resto della deputazione autonomista siciliana, nel lottare per tentare di preservare il futuro del nostro Movimento, mantenendo il Mpa nel panorama politico nazionale, ed evitando così di costringere noi ed i tanti militanti autonomisti non convinti dalle sue nuove teorie partitiche, nell’essere costretti a cercare nuova collocazione politica». (Emanuele Rigano)