Rimodulazione piano di riequilibrio, il sollecito della Barrile. Duro scambio epistolare tra Le Donne e alcuni dirigenti

La data fatidica del 30 settembre, entro la quale dovranno essere approvati il bilancio di previsione 2016 e la rimodulazione del piano di riequilibrio passando prima per il consuntivo 2015, si avvicina inesorabilmente. Nelle scorse ore il commissario ad acta Antonio Garofalo– incaricato dalla Regione di occuparsi prima solo del rendiconto e adesso anche del preventivo- ha lanciato l’ultimatum all’amministrazione e aggiornato sulla situazione del Comune di Messina la Corte dei Conti (vedi qui). Oggi a prendere carta e penna è invece la presidente del Consiglio comunale , Emilia Barrile, che ha inviato una nota al sindaco Accorinti, all’assessore Eller, al segretario/direttore Generale Le Donne, al ragioniere generale Cama e per conoscenza all’assessore ai Rapporti con il Consiglio Comunale De Cola, al Collegio dei Revisori dei Conti.

La massima rappresentante del Civico Consesso torna a chiedere informazioni sulla delibera relativa alla rimodulazione della manovra finanziaria decennale, ricordando che sull’argomento esiste già «una copiosa corrispondenza con cui sono state richieste informazioni sullo stato delle procedure amministrative».

La presidente Barrile chiede nuovamente ai destinatari della sua missiva di conoscere «lo stato dell'arte relativo alla predisposizione di tale documento finanziario/contabile, predisposto in coerenza alle disposizioni normative vigenti in materia ed a quelle richiamate dalla Corte dei Conti Sezione di Controllo per la Regione Siciliana e Sezione Autonomie».

Vista l’ormai imminente scadenza dei termini di legge, la presidente del Consiglio comunale sottolinea come «gli Organi Consiliari debbano essere messi in grado di poterla esaminare con sufficiente anticipo».

Una volta approvata dalla giunta Accorinti, la rimodulazione del piano di riequilibrio dovrà arrivare sulla scrivania dell’Organo di revisione, che dovrà pronunciarsi con parere obbligatorio ma non vincolante. Solo a quel punto la delibera potrà approdare in commissione prima , per un esame preventivo, ed in Consiglio comunale dopo, per la definitiva adozione.

Al piano di riequilibrio ed a questa nuova rimodulazione sono legate le uniche speranze di evitare il default. Come ha spiegato l’assessore Eller lunedì in commissione bilancio , il segretario/direttore generale Le Donne sta effettuando la ricognizione di tutti i debiti fuori bilancio e completando il monitoraggio del piano 2014-2023 alla luce dei primi due anni di “attuazione” (anche se solo sulla carta, visto che manca ancora l’approvazione definitiva da parte del Ministero).

A proposito di Le Donne , in questi giorni a Palazzo Zanca è in atto un intenso scambio epistolare, dai toni non proprio distesi, tra il super manager da una parte, il ragioniere generale Antonino Cama, il dirigente al personale Giovanni Di Leo ed il comandante della Polizia Municipale Calogero Ferlisi dall’altra . Al centro della varie missive : acconto sul salario accessorio 2015 ; ricontrattualizzazione del personale stabilizzato e di quello da stabilizzare; programmazione dei servizi del Corpo di Polizia Municipale. Su quest’ultimo punto, ad esempio, Le Donne invita Felisi a relazione in merito alla «precaria programmazione dei servizi di Polizia Municipale» emersa durante riunione recenti.

Per quanto riguarda il salario accessorio, dalle lettere interne emerge una divergenza di opinioni tra Di Leo e Le Donne sulla possibilità di pagare l’acconto al personale comunale così come deliberato dalla giunta Accorinti. Secondo quanto messo nero su bianco dal dirigente , la legge non consente di assecondare l’indirizzo dell’esecutivo, a causa della mancata approvazione del consuntivo 2015. Piccata la riposta del segretario/direttore generale , il quale rammenta che «la principale qualità della funzione dirigenziale è quella di individuare soluzioni organizzative nel rispetto della legalità e, al contempo, nel rispetto del principio di leale collaborazione con l’Istituzione».

Le Donne si mostra intransigente anche sul nodo della ricontrattualizzazione e in una lettera inviata il 6 settembre a Cama, che si era opposto all’integrazione oraria per mancanza di risorse, dapprima spiega che la decisione dell’Amministrazione «discende dalla presa d’atto che la ricontrattualizzazione è l’unica risposta oggi possibile per evitare il collasso organizzativo dell’ente» e poi “sentenzia” che , avendo l’Amministrazione deciso di impegnare tali somme, «semmai non ci saranno risorse per altre spese».

A dispetto del calo termico registrato in città nelle ultime ore a causa del maltempo, il clima a Palazzo Zanca si fa rovente.

Danila La Torre