"Io non taccio", storie di un'informazione che in Italia dà fastidio ma non si arrende

“Io non taccio”, storie di un’informazione che in Italia dà fastidio ma non si arrende

“Io non taccio”, storie di un’informazione che in Italia dà fastidio ma non si arrende

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martedì 29 Dicembre 2015 - 23:08

Presentato alla Feltrinelli il libro "Io non taccio", raccolta corale di quell'informazione scomoda che in Italia conta, nel solo 2015 più di 500 giornalisti minacciati, intimiditi, sotto scorta.

“In pochi secondi mi è passata davanti tutta la vita. E quando mi sono risvegliato in ospedale ho capito che non dovevo fermarmi”. Paolo Borrometi continua a non stare zitto, lo ha deciso in un letto d’ospedale e non si è piegato.

I numeri dell’informazione che dà fastidio in Italia. E le storie. Quelle di cronisti che non sono stati zitti anche a costo di mettere a repentaglio la loro stessa vita. E’ il filo conduttore del libro “Io non taccio”, (vincitore del Premio Paolo Borsellino 2015) edito da CentoAutori e presentato alla Feltrinelli Point da uno degli 8 autori, il siciliano Borrometi che vive da tempo sotto scorta. Ma è stata anche un’occasione importante per riflettere su quella informazione scomoda che in Italia, come ha spiegato Mariella Magazù, giornalista e addetta stampa della casa editrice e che ha coordinato il dibattito, continua a stare in prima linea nonostante siamo precipitati di altri 24 posti nella classifica mondiale.

Sono stati 521 nel 2015 i giornalisti e i blogger italiani vittime di intimidazioni, minacce ed abusi a causa del loro lavoro dei quali Ossigeno per l'Informazione ha dato notizia dopo avere accertato la fondatezza delle informazioni. Lo ha reso noto lo stesso Osservatorio, spiegando che nella realtà, secondo le stime, si sono verificate molte più intimidazioni di questo tipo: almeno dieci volte di più. "Questo dato – si legge nella nota di Ossigeno – conferma che, in Italia, il lavoro dei giornalisti che si occupano di informazioni scomode per il potere è ancora altamente rischioso. La grave situazione appare stazionaria rispetto al 2014 quando Ossigeno ha segnalato 506 vittime, con un incremento del 31 per cento rispetto al 2013".

A dicembre del 2015, Ossigeno ha segnalato minacce e intimidazioni nei confronti di 49 giornalisti, blogger, fotoreporter, videoperatori, direttori di testata ed editori. A dicembre 2015 – ricorda ancora Ossigeno – altri due giornalisti italiani, Alessia Candito e Michele Inserra, sono stati minacciati di morte e adesso vivono protetti dalle forze dell'ordine”. Secondo dati del quotidiano la Repubblica a maggio del 2015 erano già fra i 30 e i 50 i giornalisti protetti dalle forze dell'ordine a seguito di minacce. Dalla Lombardia alla Sicilia non c’è terra dove un giornalista scomodo non si sia scontrato con il prepotente di turno. Due sole regioni non risultano in questa classifica: la Val d’Aosta ed il Trentino Alto Adige.

A raccontare la storia di un giornalista che per non arrendersi ha subito aggressioni, minacce, intimidazioni e da un anno vive sotto scrota è stato uno dei coautori di Io non taccio, Paolo Borrometi, direttore del giornale on line “laspia.it”.

“Non servono eroi, servono giornalisti che continuano a credere nella verità e nel loro mestiere e che non devono essere lasciati soli, perchè è l’isolamento la prima arma, poi vengono tutte le altre”.

Nella Sicilia che ha negato e nega l’esistenza della mafia ci sono molti modi per impedire la libertà di stampa, molte “armi” ben diverse dalla lupara per colpire. Ed è stato questo il tema del dibattito, anche con i presenti alla Feltrinelli, che ha visto, oltre a Borrometi e Magazù, anche gli interventi della consigliera regionale dell’Ordine dei giornalisti Gisella Cicciò, giornalista della Gazzetta del Sud ed Rtp e di Rosaria Brancato, giornalista di Tempostretto. Le rispettive vicende delle due professioniste, sono oggetto d’indagini in seguito ad una serie di intimidazioni e campagne diffamatorie via web finite all’attenzione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto Stefano Trotta alla presenza del vicepresidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Santino Franchina e del segretario dell’Ordine regionale dei giornalisti Concetto Mannisi.

Dal dibattito è emerso lo spaccato di un’Italia che ancora isola l’informazione che dà fastidio, come testimoniano le storie degli 8 giornalisti di “Io non taccio”Federica Angeli, Giuseppe Baldessarro, Paolo Borrometi, Arnaldo Capezzuto, Ester Castano, Marilù Mastrogiovanni, David Oddone, Roberta Polese. Sono giornalisti che vivono e lavorano nel Nord e nel Sud del Paese, nelle grandi città o nella provincia italiana e raccontano di un'Italia prepotente e non di rado mafiosa, dove la corruzione che attraversa ogni settore della vita pubblica e sociale, trova indigesta la libera informazione. In molti casi e in molti territori dove maggiore è l'incidenza delle mafie e la collusione con politica e istituzioni, l'informazione stessa diventa un diritto negato tanto per chi la produce, quanto per chi la fruisce. Nelle storie degli otto giornalisti che ogni giorno rischiano la vita o la collaborazione da precari e freelance (è senza contratto la maggioranza della categoria) c'è una drammatica fotografia del Paese da una parte, e tutta la passione per questa professione, dall'altra. Per amore della libertà di raccontare i fatti gli 8 autori hanno subito minacce, aggressioni, intimidazioni, danneggiamenti, querele per diffamazione a scopo intimidatorio con esose richieste di risarcimenti economici. Una condizione quella di chi sceglie di essere "giornalista giornalista" come diceva Giancarlo Siani (collaboratore de Il Mattino di Napoli ucciso dalla camorra nel '83), che in un anno (2013-2014) ha fatto perdere all'Italia 24 posizioni nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo, stilata da Reporter senza frontiere. Il nostro Paese è al 73esimo posto, tra la Moldavia e il Nicaragua.

"IO NON TACCIO" pubblicato nella collana "Fatti e Misfatti " diretta dal giornalista e scrittore Nico Pirozzi, è un racconto corale e condiviso sulla difficoltà a svolgere il proprio mestiere là dove si decide di vivere e lavorare, raccontando i luoghi in cui malaffare, criminalità e mala politica, farebbero volentieri a meno di una stampa libera e di giornalisti con la schiena dritta. Ma è anche un libro che conferma l'impegno civile della edizioni CentoAutori, piccola casa editrice di Villaricca al confine con il quartiere Scampia di Napoli, che nel suo catalogo di libri di inchiesta e denuncia ha anche "Il Casalese -Ascesa e tramonto di un leader di Terra di lavoro" : biografia non autorizzata sull'ex sottosegretario all'Economia dell'ultimo governo Berlusconi (Nicola Cosentino), libro vincitore di numerosi premi giornalistici.

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