Parla Natale Cucè: “Provvedimento pretestuoso e infondato, mi rivolgerò all’Autorità giudiziaria”

24 ore dopo il nuovo terremoto che ha scosso Messinambiente, sul licenziamento del Direttore tecnico Natale Cucè vige ancora il silenzio tombale. Dall’azienda solo uno stringato comunicato stampa in cui il liquidatore Alessio Ciacci rende nota la decisione di interrompere il rapporto di lavoro tra la partecipata e l’unico dirigente che era rimasto in seno all’azienda dopo il pensionamento di Antonino Miloro pochi mesi fa. Nessun chiarimento sulle motivazioni che hanno fatto scattare il pesantissimo provvedimento, una decisione che era nell’aria già da almeno una settimana ma che ha comunque spiazzato molte persone dentro e fuori Messinambiente, a cominciare dallo stesso Cucè che ha affidato alla sua pagina Facebook alcune dichiarazioni su quanto accaduto ieri in via Dogali.

«Il provvedimento di licenziamento mi è giunto del tutto imprevedibile ed inaspettato in considerazione della rinnovata stima ed apprezzamento per l’attività da me svolta ed i risultati ottenuti, manifestatimi sino ad oggi, anche pubblicamente, dal Liquidatore, dai suoi consulenti, nonché dai vertici del Comune di Messina, socio della Messinambiente.

L’anomalia della vicenda che, mio malgrado, mi vede coinvolto – la quale appare tanto più stridente considerato il particolare momento storico attraversato dalla Società – mi costringe a rivolgermi all’Autorità Giudiziaria per l’accertamento dell’infondatezza, inconsistenza e pretestuosità del provvedimento adottato, nonché per la tutela della mia immagine e professionalità.

Sono certo che l’Autorità Giudiziaria riuscirà a far piena luce sulle reali ragioni – ad oggi, a me oscure – sottese alla determinazione del Liquidatore di Messinambiente di adottare il provvedimento espulsivo nei miei confronti, ristabilendo quella legalità che constato, con amarezza, esser stata, con noncuranza, calpestata».

Cucè, com’era ampiamente prevedibile, annuncia dunque un’azione giudiziaria nei confronti della società partecipata che lo ha messo alla porta in tronco, una causa che rischia di costare decine di migliaia di euro ad una società in liquidazione che non naviga certo in acque economiche serene. L’ormai ex Direttore tecnico ed ex Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione sulla sicurezza dei lavoratori parla di un provvedimento infondato, inconsistente e pretestuoso, parla di legalità calpestata, rimangono però blindatissimi i motivi del licenziamento. Resta in piedi la versione delle contestazioni comminate circa un mese e mezzo fa al dirigente, bisognerà però capire la gravità di queste contestazioni che hanno portato alla massima sanzione disciplinare prevista in questi casi.

In molti vogliono vederci chiaro e chiedono trasparenza all’amministrazione comunale e alla dirigenza di Messinambiente che si è chiusa a riccio e non fa trapelare alcuna indiscrezione. Già qualche consigliere comunale si è attivato per comprendere quale sia stato il percorso che ha portato a tale decisione, ma soprattutto per capire quali conseguenze potrebbero ricadere sulle casse comunali da questo licenziamento.

Francesca Stornante