Cultura e spettacoli

Lina Wertmüller, cinque suoi film da rivedere

Lina Wertmüller è morta ieri, a Roma, all’età di novantatré anni. Dopo l’esordio al cinema con I basilischi nel 1963, in quasi mezzo secolo di carriera ha diretto più di venti pellicole, con grande successo di pubblico e critica. Nel 1977, infatti, è stata la prima donna a ricevere una nomination all’Oscar come miglior regista, e lo scorso anno ha ricevuto il Premio Oscar onorario.

Inoltre, Lina Wertmüller è stata sempre considerata da colleghi e attori un fondamentale punto di riferimento. Le rendiamo omaggio suggerendo la riscoperta di alcune opere della sua filmografia.

Questa volta parliamo di uomini

Secondo film di Lina Wertmüller, il cui titolo richiama Se permettete parliamo di donne, diretto da Ettore Scola. Il film si divide in quattro episodi legati dalle peripezie di un uomo, interpretato da Nino Manfredi, rimasto per caso chiuso, completamente nudo, fuori dal proprio appartamento.

Mimì Metallurgico ferito nell’onore

La regista si concentra, con ironia, su numerosi sociali dell’Italia anni ’70: i problemi della classe operaia, i migranti meridionali, la borghesia arricchita dal boom economico. I due protagonisti, Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, sono stati premiati ai David di Donatello, ai Nastri d’Argento e al Globo d’Oro.

Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto

Nel 1974 Lina Wertmüller dirige nuovamente Giancarlo Giannini e Mariangela Melato in quello che diventerà uno dei maggiori successi di sempre del cinema italiano. Il contrasto di classe, e tra uomo e donna, regala agli spettatori sorrisi e amarezze.

Pasqualino Settebellezze

Nella Napoli degli anni ’30 Pasqualino, unico maschio di una famiglia composta da sette donne, vuole farsi largo nella società ottenendo onore e rispetto. Oltre alla candidatura agli Oscar per la miglior regia, la pellicola ricevette anche quelle per Miglior film straniero, Migliore sceneggiatura originale (firmata sempre da Lina Wertmüller) e Miglior attore protagonista per Giancarlo Giannini.

Io speriamo che me la cavo

Film del 1992 tratto dall’omonimo libro di Marcello D’Orta. Lina Wertmüller dirige Paolo Villaggio nei panni di un maestro elementare trasferito per errore dalla Liguria a un comune del napoletano, dove si troverà davanti una situazione sociale del tutto nuova per lui.