Tomasello dà i compiti “per casa” al rettore che verrà

L’Università degli studi di Messina, il futuro della comunità accademica, le responsabilità che investiranno il nuovo rettore e la necessità di proseguire il cammino intrapreso in linea di continuità con le scelte maturate dai precedenti governi di piazza Pugliatti.
In una lettera indirizzata a corpo docente, personale tecnico amministrativo e comunità studentesca, il rettore uscente Francesco Tomasello torna a far sentire la propria voce e, nero su bianco e punto per punto, delinea compiti e responsabilità del suo successore.
Aspetti nodali e principi irrinunciabili che non possono essere stravolti né piegati, perché cardine di “un’istituzione – scrive il Magnifico Rettore – che fa della ricerca, della verità e dell’accoglienza la sua principale missione”.
Una lettera che ha tutto il sapore di un passaggio di consegne.
Primo passaggio, la continuità: “I programmi dovranno essere realistici ed essere posti a confronto con quanto già realizzato per consentire – spiega Tomasello – di comprendere quanto si può ancora fare ancorché in una condizione di finanziamento pubblico reso ancora più difficile dall’esistenza di un tessuto produttivo debole.
Secondo passaggio, equilibrio della gestione finanziaria: “La gestione finanziaria degli Atenei è divenuta anno dopo anno più critica per ragioni indipendenti dalle performance – sottolinea l’inquilino di piazza Pugliatti – per questo è motivo di soddisfazione per tutti noi che il monitoraggio e il governo economico-finanziario dell’Ateneo di Messina siano stati gestiti dal Rettore con un lavoro defatigante svolto insieme al Direttore e a numeroso personale tecnico-amministrativo animato da dedizione e spirito di sacrificio”
Terzo passaggio, comunità studentesca e dei ricercatori: “Gli studenti, i laureati e i giovani ricercatori dovranno mantenere quel ruolo di centralità, che meritano istituzionalmente, con la consapevolezza che il fallimento delle politiche a loro destinate rappresenterebbe l’insuccesso più grande per l’Università”.
Quarto passaggio, la programmazione: “Cardine importante nell’attività universitaria. Tuttavia, questa viene ad essere sopraffatta, spesso quotidianamente, da una serie di emergenze che richiedono risposte pronte e talora immediate; pertanto, è fondamentale essere capaci di fronteggiare imprevisti ed emergenze”.
Quinto passaggio, competenze e capacità di gestione: “Oltre la necessaria competenza scientifica, appare fondamentale per la guida dell’Ateno – scrive ancora Tomesello – la documentata capacità gestionale affiancata dall’esperienza che, nell’Università, rappresenta ancora un valore.
Diversamente, si dovrebbe dichiarare finita l’era delle Scuole accademiche e dei Maestri che le hanno guidate e le guidano”.
Sesto passaggio, l’indipendenza: “Bisogna non solo essere ma anche apparire indipendenti anche dalle proprie mozioni personali, se queste poi coincidono con l’interesse dell’istituzione questo è un gran bene, diversamente – ammonisce il rettore uscente – laddove queste confliggano quest’ultimo dovrebbe sempre prevalere”.
Ultimo passaggio, il rispetto del passato: “Nessuno può disconoscere la propria storia e deve avere piena consapevolezza del fatto che, nel mondo accademico e della ricerca scientifica, se si rispettano coloro che in passato lo hanno guidato, non solo si onora un valore che ha consacrato la tradizione dell’Università ma rispetta se stessi”.
Tomasello infine conclude ed ammonisce: “Per il bene di tutti è necessario che l’Università proceda nel suo percorso di rinnovamento statutario e continui a governare i processi in itinere, che sono rapidi e richiedono risposte efficaci e tempestive.
Qualunque rallentamento, seppur giustificato dal confronto elettorale, forse iniziato troppo presto, richiederebbe lunghi tempi di recupero che sono certo nessuno auspica”.
Questi dunque gli interessi primari dell’Ateneo.
Emma De Maria