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L’ingegnere Triolo: “Bonus edilizi, anche Messina si ferma”

Mentre una parte di Messina parla di elezioni, un’altra discute di bonus edilizi. Ai fondi europei del Pnrr (molto sponsorizzati elettoralmente), si contrappongono quelli per i privati con gli incentivi fiscali (cedibili alle banche) che variano da un 50% (ristrutturazioni) fino ad arrivare al 110% (superbonus). Abbiamo fatto il punto su cosa sta accadendo in Italia e a Messina e su cosa ci dobbiamo attendere in un prossimo futuro con l’ex presidente dell’Ordine degli Ingegneri Francesco Triolo, esperto nel settore bonus edilizi. Di seguito la sua analisi:

“Grazie ai bonus e soprattutto alla possibilità di cedere il proprio credito fiscale, in tema di edilizia si è avuta una svolta “epocale”. Finalmente, investire sul mattone non significa più necessariamente costruire qualcosa di nuovo, ma migliorare il patrimonio edilizio esistente a costo accessibile (talvolta zero) e al contempo dare fiato ad un settore economico ultimamente in forte calo.

Un boom edilizio senza consuno di suolo

Un proliferare di cantieri (anche a Messina e in Provincia) con un unico comune denominatore chiamato
“Lavoro”.

Qualcosa di eccezionale che per la prima volta nella storia aveva messo anche d’accordo i “cementificatori” del territorio con i “conservatori” del suolo. Un linguaggio denominato “rinnovo del patrimonio esistente” applicabile mediante, ristrutturazione, efficientamento energetico e miglioramento sismico. Per i più giovani (ma anche forse per quelli più anziani), a Messina non si era mai visto un tale proliferare di ponteggi collocati su facciate a simboleggiare un rinnovamento di un architettura vetusta che necessitava di “rifarsi il trucco”. Di fatto, il “boom edilizio” derivante dai bonus si è potuto concretizzare, grazie alla possibilità di attuare la cessione del credito o dello sconto in fattura da parte di qualsiasi contribuente.

Tantissime imprese e professionisti, avevano (soprattutto con il bonus facciate 90%) aderito allo sconto in fattura con la possibilità di recuperare il credito in pochissimo tempo. Meccanismo che fino a gennaio 2022 era impeccabile e garantito dalle Poste, che in poco tempo riusciva a rendere disponibile il credito per i richiedenti.

Crediti che si potevano cedere anche a terzi senza passare necessariamente da istituti bancari.

Si è bloccato il meccanismo delle cessioni

Le banche fino a tale data avevano poche richieste a seguito della complessità dell’iter telematico con l’utilizzo di “portali” tarati soprattutto per il bonus 110%. Purtroppo lentamente qualcosa è cambiato e il sistema piano piano si è inceppato fino a bloccarsi. Tantissimi cantieri si sono fermati e tanti altri pronti a partire non lo hanno fatto. L’Italia, la Sicilia e Messina sono accomunati dallo stesso problema, riconducibile a una volontà politica suprema che non vede di buon occhio i Bonus Governativi. Primo imputato, il premier Draghi che dal primo giorno del suo insediamento ha manifestato la contrarietà verso tali agevolazioni inducendo il Governo ad applicare una serie di norme e decreti (in virtù di truffe che sarebbero state commesse) che di fatto hanno bloccato le banche, fermato le imprese e gettato nel caos un sistema quasi perfetto.

Nonostante l’acclarato aumento del Pil, della richiesta di manodopera, dei materiali, del terziario e di tutto il settore edilizio, ad oggi imprese e professionisti hanno i cassetti fiscali pieni di soldi, senza la possibilità di poterli monetizzare (a causa della chiusura dei servizi bancari).

Le previsioni

Attualmente è difficile fare previsioni e se e quando la situazione si sbloccherà. Di certo, tante imprese, privati e condomini hanno chiuso accordi economici nella consapevolezza di sfruttare un meccanismo fiscale che in breve tempo avrebbe garantito soldi e lavori. Di colpo il sistema è cambiato, provocando disagi per tutti i fruitori dei bonus. Sarebbe auspicabile che tale problematica fosse condivisa anche dai nostri rappresentanti istituzionali locali. Tematiche che non solo coinvolgono lo sviluppo economico cittadino, ma l’intero territorio provinciale, sotto la bandiera del “miglioramento del patrimonio edilizio esistente””.