Week-end da incubo: due donne sequestrate, prese a botte e rapinate. Fermati presunti autori

Avevano appena fermato la loro macchina, una Polo rosso amaranto ancora carica di valigie, in una piazzola di Linguaglossa per poter scattare qualche foto al panorama.
Doveva essere il loro weekend di svago ma per due donne di 56 anni e 38 anni, una messinese e l’altra catanese, il pomeriggio di sabato 12 aprile è stato solo l’inizio di un incubo.
Tre individui, di nazionalità straniera, si sono velocemente avvicinati a loro e, sotto la minaccia di una pistola, le hanno costrette a risalire sulla loro auto, sequestrandole e portandole in un posto isolato.
Lì, in quel viottolo da cui nessuno poteva vederli, i tre hanno iniziato a percuotere, colpire e prendere a calci e pugni le due malcapitate. Violenza gratuita durata più di mezz’ora. Alla fine, le hanno riportate nella piazzola, le hanno scaricate, le hanno derubate di auto, di 40 euro e di macchinetta fotografica, e sono fuggiti.
Agli agenti, però, sono bastate 24 ore per far luce sull’accaduto e individuare due dei presunti autori, adesso in stato di fermo. Si tratta del ventiquattrenne Dragos Ionut Andries e del ventisettenne Dascalu Petrios, entrambi romeni e pregiudicati.
Dopo la denuncia delle due donne, le indagini erano scattate immediatamente. La sera successiva, gli agenti della Polizia Stradale di Messina hanno notato un’auto, una Polo rosso amaranto con due giovani a bordo (uno di loro proprio Drogos Ionut Andries), che procedeva a zig zag sull’autostrada in direzione Catania-Messina, nei pressi dei caselli di Tremestieri.
Capendo immediatamente che qualcosa non tornava, hanno fatto cenno al conducente di fermarsi. Colto dal panico, il ragazzo ha però imboccato una via laterale, priva di uscita, rimanendo fregato.
Fatti scendere dalla macchina, i due sono stati perquisiti e ritrovati in evidente stato di alterazione psicofisica. A confermarlo, anche l’alcool test. Controlli e perquisizioni sull’auto, hanno poi portato a due evidenze: all’interno dell’abitacolo è stata ritrovata una pistola (presumibilmente quella utilizzata per le minacce) e l’auto stessa corrispondeva a quella rubata il giorno prima alle due vittime.
Tutti elementi che hanno condotto gli agenti a ritenere che, almeno uno dei due, fosse il presunto autore del sequestro e della rapina effettuata a Linguaglossa. A confermarlo, poi, le dichiarazioni delle due donne che, attraverso fotografie, hanno riconosciuto uno dei loro “aguzzini”.
L’altro ragazzo, invece, al momento non è in stato di fermo, seppur denunciato in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza, in quanto ancora non vi sono prove sufficienti a suo carico per l’accaduto del 12 aprile.
Da successive analisi, però, gli inquirenti sono riusciti a risalire anche al terzo autore che, in quel momento, si trovava nella sua abitazione a Piedimonte Etneo, piccolo comune di Catania. Anche qui grazie alla collaborazione delle due donne che, attraverso una fotografia, hanno riconosciuto i pantaloni e gli occhiali indossati da quel ragazzo alto e biondo (vedi foto). A rintracciarlo ed arrestarlo sono stati gli agenti della Polizia Stradale di Catania. Titolare delle indagini è il pm, dottor Diego Capece Minutolo, mentre il Gip della Procura di Catania è la dott.ssa Rosaria Molè.
Veronica Crocitti