La prima lunga giornata del consiglio comunale: tra scontri e votazioni. VIDEO

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Francesca Stornante

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martedì 10 Luglio 2018 - 08:49

Prima seduta del consiglio comunale. Dall'aula di Palazzo Zanca la diretta live dell'insediamento, del giuramento e dell'elezione dell'Ufficio di presidenza.

Alle 16.29 si chiude così la prima seduta fiume del consiglio comunale.

16.18 Prima di chiudere l'appello di De Luca all'aula dopo le ore che hanno consegnato una profonda frattura: «Invito Claudio, Nino e Serena a cercare di risolvere questo vulnus che si è verificato oggi. Lo dico senza alcun interesse di carattere politico, il paradosso è che non può iniziare una stagione così nuova e particolare con una spaccatura del consiglio senza la materia del contendere. Capisco che ci sono dinamiche che si costruiscono, percorsi in parallelo, accordi che si pensa di aver definito, ma poi c'è un confronto, ci sono dei risultati e bisogna avere rispetto dei risultati usciti fuori da discussioni anche molto dialettiche. Cercate, per quanto possibile di ricucire questo strappo. Lo dico al cospetto della città, speriamo che non si arrivi a una frattura che non ci fa onore. Lo dico anche ai capigruppo, cercate di trovare una sintesi per la scelta dei presidenti delle commissioni. Parlo di gruppi e non di partiti perchè desideriamo che i partiti non interferiscano nei rapporti di collaborazione che devono esserci. Quest'aula che parte spaccata mi amareggia. Mi auguro che sia stato solo un momento isolato di stizza da archiviare».

16.12 Con la seconda votazione è stata confermata Serena Giannetto vicepresidente insieme a Nino Interdonato. I due neoeletti hanno preso la parola per ringraziare i colleghi.

15.43 Eletti i vicepresidenti. Nonostante l’abbandono dell’aula da parte del centrodestra, i lavori sono andati avanti con l’elezione dei vicepresidenti. L’asse centrosinistra-5Stelle che ha portato all’elezione di Claudio Cardile ha scelto di puntare su Nino Interdonato di Sicila Futura che ha incassato 19 preferenze e su Serena Giannetto per il M5S. Per Serena Giannetto, che in prima battuta aveva incassato 14 voti, è stata necessaria una seconda votazione per rispettare il criterio della maggioranza assoluta.

Dunque un ufficio di presidenza a trazione centrosinistra-5Stelle. Nessuna rappresentanza per il centrodestra che in aula conta 12 consiglieri.

L’augurio del presidente neoeletto Cardile: «Sono certo che lavoreremo insieme e saremo un unico ufficio di presidenza». 15.11 Il centrodestra abbandona l'aula dopo le parole di Dino Bramanti: «Secondo questo schieramento non c’è spazio per la minoranza. In una condizione anomala tutti devono fare opposizione senza prevaricare. Abbiamo applaudito l’iniziativa di Calabrò perché pensavamo di poter inaugurare una stagione nuova. Ma di fronte a questa porta in faccia e a questa chiusura ci riserviamo di essere una nuova opposizione».

15.02 Il segretario Le Donne legge l’esito del voto alla presidenza del consiglio comunale: è stato eletto Claudio Cardile. La corsa è stata tutta interna al Pd, uno scontro che ha visto Claudio Cardile e Felice Calabrò contendersi lo scranno della presidenza. L’urna ha consegnato 18 voti per Cardile, 12 per Calabrò e 2 schede nulle in cui è stato scritto “Pd libero”. Ha votato per Cardile tutto il centrosinistra e i 7 consiglieri del M5S. Calabrò ha invece incassato i voti del centrodestra, compreso quello di Vaccarino. Quasi scontato ricondurre le due schede “Pd libero” allo stesso Felice Calabrò e alla collega Antonella Russo.

Dopo l’applauso dell’aula il nuovo presidente del Consiglio ha preso la parola.

«Saluto la mia famiglia, i miei genitori e mio fratello. Ringrazio la mia famiglia che ho trascurato per questa campagna elettorale. Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato riconfermandomi consigliere comunale e tutti i colleghi che hanno riposto in me la fiducia. Intendo chiarire che da oggi sarò il presidente di tutti e svolgerò questo compito con impegno e dedizione. Si apre una stagione politica nuova, abbiamo un sindaco eletto senza alcuna maggioranza dunque questo consiglio ha una grossa responsabilità

Il consiglio comunale dovrà riconquistare il ruolo di centralità politica e potrà avvenire solo se noi saremo in grado di rispettare l’onorabilità di questo civico consesso. Il rispetto dovrà esserci da parte del sindaco che dovrà condividere le scelte con il consiglio comunale al contrario della precedente amministrazione che portava gli atti all’ultimo momento costringendo l’aula a bere o affogare. Saranno numerosi e gravosi gli impegni che ci vedranno protagonisti fin da subito: bilanci, rifiuti, trasporto e piano regolatore. Sono certo che non sarà solo in quest’aula ma ci saranno 31 colleghi con i quali ci si aiuterà a vicenda».

14.23 Dopo un nuovo chiarimento del segretario Le Donne, Vaccarino mette in votazione la mozione Calabrò che prevede che i vicepresidenti vengano eletti con unica preferenza. Si vota con appello nominale:

Favorevoli: Bramanti, Calabrò, Caruso, Crifò, D’Angelo, La Fauci, Pagano, Parisi, Antonella Russo, Scavello, Serra, Sorbello, Zante

Contrari: Argento, Bonfiglio, Cannistrà, Cardile, Cipolla, De Leo, Giannetto, Gioveni, Interdonato, La Tona, Mangano, Pergolizzi, Rotolo, Russo, Sciacca

Astenuti: Gennaro, Rizzo, Schepis, Vaccarino

Un voto che consegna il centrodestra compatto a favore di Calabrò. Dal centrosinistra l’unica a votare positivamente la mozione di Calabrò è stata Antonella Russo. Tutti gli altri colleghi di Pd, LiberaMe e Sicilia Futura hanno votato contro, con l’astensione di Gennaro (Pd) e Rizzo (LiberaMe). I cinquestelle hanno votato contro, si è astenuto Schepis.

La mozione è stata bocciata

14.15 L’aula si è impantanata sulle modalità di voto per l’elezione dell’ufficio di presidenza e delle vicepresidenze. Una discussione che sta mostrando la spaccatura nel centrosinistra e all’interno del Pd.

14.00 Gaetano Gennaro (Pd): «In quest’aula non mi appassionano le questioni di diritto. Ho l’impressione che dietro al fatto che ognuno di noi voglia essere paladino della giustizia e della trasparenza, ma stiamo facendo una discussione con il convitato di pietra. Noi sfuggiamo il problema politica perché noi siamo qui per fare politica. Ho apprezzato un passaggio dell’intervento del collega La Tona che ha detto che se ci sono delle questioni non palesate meglio fermarsi e ragionare. Questo consiglio non può cambiare le regole a proprio uso e consumo. Non ci sono mozioni che tengono, non mettiamo in votazione nulla».

Vaccarino ribadisce che la regola non è chiara e punta mettere in votazione la mozione proposta da Calabrò che prevede di votare i vicepresidenti esprimendo solo una preferenza e non la doppia preferenza com’era accaduto in passato.

Biagio Bonfiglio (LiberaMe): «Siamo stati per tre ore a parlare di nulla. C’è un regolamento che dice chiaramente come si elegge il presidente e come si eleggono i vicepresidenti e che dice che in caso di minoranze bisogna votare con doppia preferenza. Qua non ci sono minoranze.

Andrea Argento (M5S): «Ci dicano in modo inequivocabile il modo e il contentuo di quello che dobbiamo votare. Ad oggi in aula non esistono maggioranze e minoranze ma gruppi consiliari. Per il futuro puntiamo a proporre sistemi di trasparenza che non rendano identificabile in nessun modo il voto».

Nello Pergolizzi (LiberaMe): «La proposta di esprimere una sola preferenza per i due vicepresidenti non si può accogliere».

Pieluigi Parisi (OraMessina): «Le cose sono state abbastanza spiegate, non comprendo perché non possa essere messa in votazione la mozione del collega Calabrò».13.28 Prima il consigliere Salvatore Serra e poi il consigliere Nino Interdonato chiedono lumi anche sul voto sulle vicepresidenze. Interdonato ricorda che le due ultime votazioni fatte dal precedente consiglio erano state fatte con scheda bianca e doppio voto.

Le Donne: «Quando nel 2013 e nel 2017 sono stati individuati i due vicepresidenti la modalità fu quella di una sola scheda con la possibilità di esprimere due preferenze. Due occasioni non possono costituire una prassi inveterata, il mio parere è di adeguarsi alle modalità finora utilizzate».

Felice Calabrò lancia un messaggio duro, indirizzato soprattutto ai colleghi dei 5Stelle: «Stiamo arrivando a consacrare un inizio con il piede sbagliato. Se ne assumeranno la responsabilità tutti coloro i quali daranno seguito a questo iter. 15 giorni fa in occasione della proclamazione del consiglio comunale avevo espresso grande fiducia ed entusiasmo nei confronti di questo consiglio formato da tanti nuovi e giovani consiglieri. E’ evidente che nel contempo avevo espresso che mi sarebbe piaciuto e mi piacerà che l’ufficio di presidenza, di fronte a un’amministrazione anomala, possa essere l’espressione di tutta la città. La città ha scelto De Luca come sindaco ma ha scelto anche dei consiglieri comunali che hanno ben chiaro il quadro all’interno del quale sono stati votati. Ci sono tre grandi gruppi in aula e per una questione di giustizia e responsabilità, mai avevo assistito a tutte queste grandi sovrastrutture che accompagnano qualche consigliere. Date un segnale. Mio padre mi ha lasciato degli insegnamenti: se uno sbaglia non è che dobbiamo continuare a sbagliare. Dobbiamo garantire a tutti di esprimersi. Io sono fuori dai giochi e ho l’interesse a raccogliere la sfida dalla città. Non ci saranno maggioranze d’aula, ci saranno convergenze parallele. L’ufficio di presidenza deve garantire tutte le sensibilità presenti in quest’aula. Sono perché i vicepresidenti vengano votati con preferenza unica: questa è democrazia.

Libero Gioveni: «Mi hanno insegnato che il segretario generale è il notaio dell’aula, ha indicato quali devono essere le procedure e dunque mi attengo a quello. Sentirmi dire che si parte con il piede sbagliato non lo accetto. Se i 5Stelle sono i paladini della legalità e della giustizia non credo che farebbero qualcosa che va contro il regolamento».

Salvatore Serra: «Siccome ritengo che il segretario generale ha dato un parere basato solo su un suo orientamento, ma le sue parole condizionano l’aula, dunque chiedo un parere legale».

13.12 Continua il dibattito sulla modalità di voto con cui saranno eletti il presidente del consiglio e i vicepresidenti. E monta ancora la polemica. Dopo la breve riunione dei capigruppo richiede la parola il capogruppo di Sicilia Futura Alessandro De Leo per rispondere a Calabrò: «Ho solamente chiesto se il presidente aveva messo in votazione la scelta di votare con un sistema trasparente che tutti vogliamo. A quanto pare non è stato fatto, ma lo abbiamo chiesto solo per non rischiare che domani sia invalidata la votazione. Non ho chiesto di tornare al vecchio sistema che neanche conosco, era solo una domanda per verificare la procedura».

Pierluigi Parisi (OraMessina): «Il segretario ha chiarito che il consiglio in questo caso è sovrano, quindi se è possibile chiediamo che la votazione avvenga per appello nominale».

Antonella Russo (Pd): in questa consiliatura le donne purtroppo sono poche e noi donne di solito togliamo le castagne dal fuoco. Qui è emersa la necessità di votare con lo strumento più trasparente possibile ma nessuno ha detto che cosa si vuole evitare con la modalità più trasparente possibile. Cosa vogliamo evitare con questa iniziativa del presidente Vaccarino? E’ vero che il voto è segreto, ma si vuole evitare che con un foglietto scritto si possa controllare il voto, anche a posteriori. Siccome giustamente noi abbiamo un regolamento che è la Bibbia del consiglio comunale io chiedo solo che venga applicata. E quindi siccome l’articolo 35 dice che bisogna appore solo il cognome, a meno di omonimie, basta la rigorosa applicazione dell’articolo 35».

Piero La Tona (Sicilia Futura): «Assisto a discussioni che mi lasciano un po’ perplesso. La trasparenza è rispetto delle regole. Noi possiamo anche modificare il rispetto delle regole, l’articolo 35 è già indicazione di trasparenza, ma mi chiedo: qua dentro c’è qualcuno che sia stato coartato a votare in un modo piuttosto che in un altro? Si alzi adesso o taccia per sempre. Facciamo politica o facciamo altre cose? O gli accordi politici adesso sono da aborrire? Trasparenza è rispettare le regole. Sono d’accordo con la collega Russo che l’articolo 35 è già trasparente e non c’è bisogno di fare altro».

Salvatore Sorbello (Bramanti sindaco) chiede ulteriori chiarimenti sul metodo di voto al presidente Vaccarino che a sua volta chiede al segretario Le Donne la giusta linea da seguire dopo le richieste dei consiglieri.12.55 Alla ripresa dei lavori è la polemica sulla modalità di voto a farla da padrone. Ed ecco che scoppia la prima grana per il consiglio comunale.

Prende la parola il neocapogruppo di Sicilia Futura Alessandro De Leo che chiede l’intervento del segretario generale: «Il principio della trasparenza è un valore che deve valere per tutto il consiglio comunale. Per noi va bene qualsiasi sistema di voto ma invitiamo il presidente a verificare la validità di questa modalità scelta ma chiediamo il parere del segretario generale».

Vaccarino risponde che la modalità scelta è un modo per partire con il piede giusto e cambiare i vecchi metodi.

Felice Calabrò: «Non sono io il depositario della trasparenza, però il collega De Leo è partito come quelli che condividono ma ci mettono sempre un però. Non voglio iniziare a fare questioni, ma il presidente Vaccarino ha messo in votazione questa modalità di voto. Nessuno si è levato in modo contrario rispetto alla proposta del Presidente e il consiglio non si può esprimere due volte sullo stesso argomento. Mi aspetto da chi è per la trasparenza, per la novità e per le battaglie dimostri con un voto palese da che parte sta».

Risponde il segretario Antonio Le Donne che cita il regolamento e indica al presidente di sospendere la seduta e convocare i capigruppo per dirimere la questione.

12.51 La sospensione di cinque minuti si è prolungata per quasi un’ora. Gran fermento dentro e fuori dall’aula per l’imminente voto per eleggere il presidente del consiglio comunale e i due vicepresidenti. Il presidente in carica Vaccarino prova a richiamare all’ordine i colleghi per riprendere i lavori.

11.46 Il presidente Benedetto Vaccarino dà il via alla fase di votazione dell’Ufficio di Presidenza. Quest’anno però il voto avverrà con una modalità nuova: i consiglieri non si troveranno davanti una scheda bianca su cui apporre il nome del consigliere scelto, ma ci sarà una scheda con i 32 nomi dei consiglieri comunali su cui apporre il segno x.

.Quindi chiede la parola il consigliere di Sicilia Futura Nino Interdonato che annuncia Alessandro De Leo capogruppo scelto dai consiglieri di Sicilia Futura.

Subito dopo prende la parola Gaetano Sciacca per annunciare che anche il M5S nomina il suo capogruppo scegliendo Andrea Argento.

Questi primi interventi e la nuova modalità di voto per l’elezione dell’Ufficio di Presidenza fa porre al consigliere del Pd Libero Gioveni un quesito sul motivo di questa scelta.

Chiede la parola il collega del Pd Felice Calabrò che invece plaude all’iniziativa del presidente Vaccarino: «La sua iniziativa è da lodare e dà a questo consiglio comunale il volto che noi dobbiamo dare alla nostra città. Un volto di trasparenza, freschezza ed entusiasmo. Dal discorso del sindaco viene fuori la grande forza e la grande debolezza di questo consiglio comunale. Noi abbiamo in mano le sorti di questo consiglio comunale, siamo artefici del nostro destino. Vogliamo mantenerlo fresco e trasparente? Questo consiglio ha la possibilità di determinare le scelte di quest’amministrazione che non ha alcuna maggioranza d’aula. Possiamo liberare i consiglieri da qualsiasi fraintendimento: mettere nella condizione di scegliere».

Sulla stessa linea Dino Bramanti dai banchi del centrodestra: «Anche io sono per questa libertà di pensiero, noi siamo liberi da qualunque vincolo, condivido l’iniziativa del presidente Vaccarino».

Prime dichiarazioni che lasciano subito presagire che le operazioni di voto saranno tutt’altro che scontate e non mancheranno le sorprese.

Così prima di passare al voto il consigliere Salvatore Serra della lista Bramanti sindaco ha chiesto cinque minuti di sospensione. Minuti che stanno trascorrendo con gli schieramenti che si stanno confrontando fuori dall’aula.

11.18 Il sindaco Cateno De Luca presta il suo giuramento e poi parla all’aula: «Benvenuto al nuovo consiglio comunale. Oggi al momento dell’insediamento segnerò il percorso di una stagione di grande responsabilità per tutti noi. Saluto le autorità presenti, le deputazioni, i sindaci. Mi permetto anche un saluto particolare ai miei genitori, mi hanno fatto questa sorpresa. E saluto mia moglie che in questo periodo mi ha accompagnato in un periodo forte della mia vita. Saluto il collegio dei revisori dei conti, la giunta comunale. Noi siamo al servizio della comunità e intendiamo collaborare con il consiglio per testare un percorso nuovo. La campagna elettorale è finita per tutti, mi auguro che questo consiglio comunale abbia la forza e la capacità di volare alto e che non lo faccia nell’interesse del sindaco De Luca e della sua giunta ma nell’interesse di una città che ha grandi aspettative, che ci osserva e che ci chiede sobrietà e azioni. Una comunità che vuole e pretende da questo Palazzo una dialettica vera ma finalizzata a un’azione concreta, una città che si aspetta più fatti e meno teatro politico. Questo vale per me, per la mia giunta alla quale ho chiesto fin dall’inizio sobrietà. Questo è stato l’aspetto che ha connotato i primi giorni della nostra attività. Non voglio replicare a dichiarazioni a cui abbiamo assistito, oggi viviamo un’altra fase, la fase del ruolo istituzionale che ognuno di noi ha avuto assegnato. Un ruolo che richiede reciproco rispetto perché ci sono reciproche responsabilità. Un percorso che non può essere iniziato con affermazioni che hanno caratterizzato stagioni velenose per questa città. Credo che nessun cittadino possa mai gioire per un’opportunità che la città perde, anzi dovremmo collaborare e fare fronte comune. I fondi Poc, posso confermarvi, sono fondi che la giunta regionale riprogrammerà secondo una procedura già prevista. Probabilmente lunedì prossimo ci sarà l’assessore al Bilancio Gaetano Armao con cui discuteremo tante cose.

Mi sono imposto di non fare polemiche ma solo precisazioni. Strutturalmente un ente non si connota per quello che c’è in cassa, ma anche per quello che c’è nei cassetti che non si è pagato. Lo stesso per quanto riguarda il tema dei finanziamenti: i 110 milioni di finanziamenti non sono tutti per la città di Messina, siamo nella fase di istruttoria. Non abbiamo ereditato una situazione semplice e la dimensione di quello che abbiamo ereditato ancora sfugge. Stiamo facendo una ricognizione, prossima settimana ci confronteremo con i dirigenti.

Voglio ringraziare i consiglieri comunali che hanno accolto l’invito a confrontarci, conoscerci. E’ necessario che la città si doti al più presto di un bilancio. Noi abbiamo un bilancio approvato dalla giunta il 22 giugno, lo abbiamo giù inoltrato al collegio dei revisori, arriveremo all’approvazione di questo bilancio così com’è perché non ci sono i tempi per redigere un nuovo bilancio. Settembre ci consentirà di adottare le variazioni.

Stamattina abbiamo preso contatti con la commissione Ministeriale che sta esaminando il Piano di riequilibrio: tra il 4 e il 5 di agosto si completerà l’istruttoria che sarò trasmessa alla Corte dei Conti. Avremo l’esito conclusivo tra la seconda e la terza settimana di settembre. Per questo abbiamo necessità adesso di fare un bilancio tecnico. Abbiamo anche posto un quesito sulla possibilità di estendere il Piano di riequilibrio da dieci a vent’anni.

Proponiamo anche una modifica dello Statuto comunale che poi sarà il consiglio a dover esaminare: introdurre la figura del consigliere delegato, figura prevista dalle ultime modifiche al Tuel ma non contemplata nello Statuto del Comune di Messina. Per noi diventa una figura importante perché ci consentirà di collaborare alla luce del sole su materie specifiche. E’ una figura che diventa pietra miliare di una collaborazione ancora più forte tra giunta e consiglio.

Ci auguriamo che il consiglio comunale non si trasformi in un Vietnam».

Prima di congedarsi il sindaco De Luca ha parlato dell’omaggio fatto trovare sugli scranni dei 32 consiglieri: due dei sui libri, l’ultimo scritto durante la campagna elettorale appena che lo ha consacrato primo cittadino e un libro di Felice Irrera trovato per caso nella stanza del sindaco, “Viaggiatori a Messina”.

«Mi auguro di non cambiare semplicemente Messina, ma di cambiare anch’io. Non ho mai nascosto i miei limiti, i miei tanti difetti, dunque parto dalla presa di coscienza e mi metto in un percorso di cambiamento. Ecco perché auguro alla comunità di cambiare insieme, avendo l’umiltà di partire da noi stessi. Non sono parole di circostanza, sento che questa missione, che mi è stata assegnata in una condizione particolare, è un monito nei miei confronti. Io ne prendo atto, rilancio e vado avanti. Con tutto il cuore vi dico: tentiamo di cambiare insieme la città e tutti noi. Auguri»

ORE 11.02 E’ iniziata la cerimonia di giuramento dei 32 consiglieri comunali chiamati al banco della presidenza per leggere la formula di giuramento: «Giuro di adempiere le mie funzioni con scrupolo e coscienza nell’interesse del Comune, in armonia agli interessi della Repubblica e della Regione».

I consiglieri hanno giurato in ordine alfabetico: Andrea Argento (M5S), Biagio Bonfiglio (LiberaMe), Dino Bramanti, Felice Calabrò (Pd), Cristina Cannistrà (M5S), Claudio Cardile, Giovanbattista Caruso (), Francesco Cipolla (M5S), Giovanna Crifò (Forza Italia), D’Angelo Nicoletta, Alessandro De Leo, Gaetano Gennaro, Serena Giannetto (M5S), Libero Gioveni (, Nino Interdonato (Pdr Sicilia Futura), Giandomenico La Fauci, Piero La Tona, Paolo Mangano, Francesco Pagano, Pierluigi Parisi, Nello Caruso (LiberaMe), Massimo Rizzo (LberaMe), Daria Rotolo (Pdr Sicilia Futura), Alessandro Russo (LiberaMe), Antonella Russo (Pd), Giovanni Scavello, Giuseppe Shepis (M5S), Gaetano Sciacca (M5S), Salvatore Serra (Bramanti sindaco), Salvatore Sorbello (Bramanti sindaco), Ugo Zante (Bramanti sindaco).

ORE 10.55 Con 55 minuti di ritardo si apre la prima seduta del consiglio comunale. Il primo a prendere la parola è il segretario generale Antonio Le Donne: «Buongiorno a tutti, diamo inizio alla prima adunanza del Consiglio comunale». Le Donne ha immediatamente chiamato Benedetto Vaccarino, più votato dei consiglieri eletti, a preesiedere la seduta. Vaccarino è stato il primo a prestare giuramento e dopo i ringraziamenti di rito ha illustrato le procedure che scandiranno questa prima seduta.

La seduta era convocata alle 10, gran fermento nell'aula consiliare di Palazzo Zanca per l'appuntamento che oggi vedrà i 32 nuovi consiglieri prestare giuramento. Subito dopo le operazioni per l'elezione del Presidente del Consiglio comunale e dei due vicepresidenti, primo banco di prova per coalizioni e schieramenti. Aula affollatissima in questo "primo giorno" per il nuovo consiglio. Tanti i familiari che dalla tribuna sono pronti ad assistere alla cerimonia. Nell'aula consiliare per la prima volta anche i genitori del sindaco Cateno De Luca, commosso nel momento in cui si è ritrovato in mezzo a loro. A Palazzo Zanca anche alcun deputati a sostenere i loro consiglieri eletti: per il Movimento 5Stelle Valentina Zafarana e Antonio De Luca, per il Pd Franco De Domenico.

2 commenti

  1. serra salvatore 10 Luglio 2018 14:04

    SONO IL CONSIGLIERE SERRA E’ CHIARA E NETTA L’IDEA DI DEMOCRAZIA CHE SI HA ALL’INTERNO DI QUESTO CONSIGLIO, COMUNQUE SIA QUANTOMENO IL SINDACO DE LUCA PUO’ CONTARE SU UNA MAGGIORANZA D’AULA CHE HA L’OBBLIGO ED IL DOVERE DI SOSTENERE PER POI VOTARE TUTTI GLI ATTI CHE TRANSITANO PRIMA DALL’UFF. DI PRESIDENZA PER POI APPRODARE IN COMMISSIONE E POI CONSIGLIO.

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  2. Con tutto lo sfacelo che c’è a Messina Il sindaco rivolge l’attenzione sull’ATM che da qualche tempo a questa parte funziona bene. Che il tram così per com’è è un costo lo sappiamo da sempre e nessuno lo ha mai nascosto. Ma tra il toglierlo del tutto o mettergli le ali la cosa più giusta da fare sarebbe allungare il tragitto fino ai lidi di mortelle. Ma il nuovo sindaco forse ci vuole mettere il naso per accaparrarsi i meriti del lavoro fatto da altri?

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