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Lo schiaffo delle “baracche vere”. L’ex ministro Gelmini: “Un’emergenza sociale” VIDEO

Le immagini le avevano viste nelle fotografie di Federico Ficarra in mostra alla Camera. Ma la realtà è peggio di uno schiaffo in faccia. Ed è quella delle baracche di Camaro San Paolo, dove è esplosa la protesta che ha fatto fare un fuori programma alla delegazione di parlamentari azzurri. E’ quella delle baracche di Fondo Fucile, accanto alla scuola dove i bambini respirano degrado e amianto.

Sgomente la capogruppo di Forza Italia Mariastella Gelmini, le colleghe Stefania Prestigiacomo e Matilde Siracusano (unica messinese che si è intestata la battaglia in Parlamento), i colleghi Francesco Scoma e Nino Germanà.

Con loro, tra vicoli e fogne a cielo aperto, famiglie disperate e blocchi stradali, il vicesindaco Salvatore Mondello, l’assessore Alessandra Calafiore, Il Cda Arisme con il presidente Scurria.

Non c’è alternativa all’emergenza nazionale, quella che si respira ancora in una realtà che sembra da terremoto. “Qui c’è l’unica moderna favelas del mondo”, commenta Marcello Scurria mentre le deputate mettono a disposizione il loro impegno per cambiare le cose a Roma.

“Diamo il nostro contributo”

In Parlamento stiamo preparando –commenta l’ex ministro Gelmini- – una proposta di legge affinché il governo dichiari lo stato di emergenza, stanzi le risorse e consenta di risolvere l’assurda situazione delle baraccopoli a Messina: un’emergenza sociale, ambientale e sanitaria. Siamo qui non per fare una denuncia o per fare propaganda. Ci interessa dare il nostro contributo affinché dopo l’impegno della Regione – che ha già dichiarato lo stato di emergenza e ha stanziato 50 milioni di euro – anche il governo si muova”.

L’idea è adesso quella di mettere insieme le forze, in modo trasversale. “La Regione e il Comune hanno fatto la loro parte, adesso tocca al governo nazionale” dicono i deputati. E il vicesindaco Salvatore Mondello, insieme al presidente Scurria, che badano al sodo, spiegano quanto si è fatto, quanto si sta facendo, ma sopratutto quanto la possibilità di avere risorse importanti e deroghe che aiutino a superare gli ostacoli burocatici, possano risolvere l’emergenza