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Lo spettacolo della “lupa” sulla costa tirrenica

A distanza dalla prima comparsa della scorsa settimana la “lupa” stamattina è ritornata sulle località della costa tirrenica, provocando delle riduzioni della visibilità orizzontale. I banchi di nebbia provenienti dal mare, sotto la spinta dei debolissimi venti settentrionali, sono riusciti a raggiungere pure il vicino entroterra, come a Milazzo o nella zona di Patti, regalando degli scenari davvero surreali. Dopo essersi dissolta in mattinata, poco dopo le 13:00, un banco di nebbia, molto isolato, ha interessato per pochi minuti il lungomare di Patti che si è trovato circondato da questa muraglia di nuvole bianche, con base prossima alla superficie marina.

Banco di nebbia sulla spiaggia di Patti, poco dopo le 13:00

Come detto, quella che in dialetto viene chiamata “lupa”, altro non è che una “nebbia d’avvezione”. Questa tipologia di nebbia di mare, tipica della tarda primavera e a volte anche nella parte iniziale della stagione estiva, si forma quando una massa d’aria molto umida tende a scorrere sopra una superficie marina ancora fredda. A contatto con il mare freddo l’umidità contenuta in seno alla massa d’aria tende rapidamente a raffreddarsi, favorendo così la condensazione (l’aria diventa satura di vapore acqueo), favorendo lo sviluppo di questi banchi di nebbia.

Si tratta in realtà di nubi stratificate, composte da tante goccioline d’acqua, con base prossima al mare, tipo strati o stratocumuli. In base ai venti dominanti o alle brezze i banchi di nebbia tendono a spingersi fin sul litorale, causando delle drastiche riduzioni della visibilità. Nel caso odierno la formazione dei banchi di nebbia è stata favorito dallo scivolamento, sul basso Tirreno, di un campo di umidità, caratterizzato da valori di umidità relativa elevatissimi, prossimi al 100% (aria satura, ossia con quella data temperatura e pressione la massa d’aria contiene il massimo del vapore acqueo che può contenere). La presenza di un flusso molto caldo e secco in quota, sopra una superficie marina fredda, ha enfatizzato i contrasti (a poche centinaia di metri dal suolo è presente uno strato di aria più calda che provoca una inversione termica e stabilizza l’atmosfera), favorendo anche lo sviluppo di deboli moti discendenti (“subsidenze”, tipiche negli anticicloni) che tendono a far stagnare umidità e inquinanti nei bassi strati.

Lo spettacolo della “lupa” osservato da Galati Mamertino. Foto di Andrea Carcione

In questo caso le deboli brezze da Nord, da N-NE e N-NO hanno contribuito ad infittire i banchi di nebbia, spingendoli fino al litorale tirrenico. Recenti studi sulle nebbie hanno dimostrato come a volte, un vento molto leggero, non al di sopra forza 3 Beaufort, può alimentare lo sviluppo delle nebbie, mentre un vento un po’ più forte, > forza 4 Beaufort, tende a diradarle. Va detto che quest’anno, rispetto agli altri anni, il fenomeno della “lupa” si sta presentando un pochino in ritardo. Tutto in conseguenza di un mese di maggio insolitamente fresco e instabile che ha impedito ai mari di iniziare ad acquistare calore. Difatti la superficie dei mari che circondano lo Stretto si presenta più fredda del normale. Per questo nei prossimi giorni il fenomeno potrebbe fare nuovamente la sua comparsa, sia sul Tirreno che sullo Ionio.