Provincia:revocato il dirigente. Intanto la Sogas invia un decreto ingiuntivo

La vicenda della certificazione del patto di stabilità a Palazzo dei Leoni assume sempre più i contorni di un giallo. In particolare a stupire è il fatto che l’incarico che spetta al ragioniere generale, quello cioè di dover materialmente firmare la certificazione che la Provincia ha rispettato la soglia di stabilità entro il 31 marzo, non entusiasmi nessuno. Tutt’altro. Persino il dirigente catanese che nei giorni scorsi aveva vinto il bando, Angelo Scandurra, ha improvvisamente cambiato idea e ieri è stata firmata la delibera di revoca. Prima di arrivare al bando pubblico c’erano già stati tre “no” da parte dei dirigenti di Palazzo dei Leoni e Ricevuto era stato costretto a bandire una selezione per un incarico di tre mesi. Chi è stato scelto però dopo 24 ore ha cambiato idea. “Ci sono troppi aspetti poco chiari- spiega il consigliere provinciale Pippo Lombardo, Sicilia Vera- La certificazione del mantenimento del patto di stabilità che deve essere firmata entro il 31 marzo dal ragioniere generale si sta rivelando l’ultimo misfatto della giunta Ricevuto. La revoca dell’incarico a Scandurra puzza di bruciato, dal momento che le motivazioni da lui addotte sono in netta contraddizione col fatto che ha partecipato al bando. Non può scoprire improvvisamente di non riuscire a conciliare i suoi impegni…” .

Facendo un passo indietro, l’ex dirigente Torrisi è andato in pensione e chi doveva prendere il suo posto, l’avvocato Antonio Calabrò, ha rinunciato per motivi personali e successivamente è andato in aspettativa. Una seconda dirigente, Annamaria Tripodo, ha presentato un certificato medico.La data del 31 marzo si avvicinava troppo così Ricevuto ha bandito una selezione per affidare l’incarico. A vincere è stato appunto Angelo Scandura, 50 anni, catanese, che però, appena 24 ore dopo aver preso l’incarico ha annunciato di essere impossibilitato a farlo. Da qui la determina di revoca, con una conseguenza, il posto è ancora vacante. Chi firmerà le carte entro il 31 marzo?

“La malattia perdurante dell’attuale ragioniere generale Calabrò e della sua sostituta Tripodo- prosegue Lombardo- in coincidenza con la scadenza del 31 marzo sono fatti che vanno chiariti. Non appena avrò la documentazione che ho richiesto valuterò se trasmetterla alle autorità competenti, la Corte dei conti e la Procura. Vorrei capire cosa si sta nascondendo o se si sta cercando di coprire la responsabilità di qualcuno. Mi auguro che il commissario che sarà nominato a giugno dalla Regione possa togliere il coperchio ad una pentola che bolle da troppo tempo”.

E chi da troppo tempo aspetta è la Sogas, società di gestione dell'aeroporto
dello Stretto che dopo aver reclamato le somme che Palazzo dei Leoni, che detiene il 14 % del pacchetto azionario, deve sborsare ha deciso di inviare un decreto ingiuntivo. Si tratta di oltre 400 mila euro, corrispondenti alle quote di
spesa che riguardano il 2010. In questi mesi sono stati vani da parte degli uffici della Sogas i tentativi di recupero delle somme in via bonaria. Stanchi di attendere i vertici della Sogas hanno dato mandato all’ufficio legale per
procedere al recupero forzato. Da alcune settimane inoltre è stato sospeso il collegamento con il pullman Federico tra Messina e lo scalo. All’appello mancavano 70 mila euro l’anno per coprire il costo del traghettamento, somma che avrebbe dovuto versare la Provincia a titolo di contributo per assicurare la continuità territoriale agli utenti del messinese. Ma senza soldi il servizio è saltato e i passeggeri sono costretti a salire sulla nave della Caronte a piedi e prendere il pullman che li porterà all’aeroporto solo a Villa San Giovanni. Stessa trafila al ritorno. Negli ultimi mesi a Reggio arrivavano venti passeggeri messinesi al giorno. Il timore è che questa cifra, adesso scenda di molto. Sono lontani i tempi degli annunci da parte di Ricevuto del famoso check-in a bordo della Metromare ed il collegamento diretto con lo scalo. L’aeroporto diventa sempre più lontano e la Sogas batte cassa per reclamare il dovuto.

Rosaria Brancato