Il registro delle unioni civili bocciato in commissione. La partita su diritti e civiltà si giocherà in Consiglio

Delibera bocciata. E adesso la strada per il regolamento delle unioni civili sarà ancora più in salita. Nonostante gli impegni presi proprio in aula consiliare di fonte a chi da anni si batte affinché Messina compia questo passo di civiltà, nonostante i buoni propositi ascoltati in queste settimane dopo le polemiche scatenate dalle dichiarazioni del consigliere Nicola Cucinotta su matrimoni gay, unioni civili, sodomiti e omofobi, è evidente che a Palazzo Zanca ci sono troppi consiglieri comunali che non sono pronti a trattare con maturità questo delicatissimo tema. E così la delibera di istituzione del regolamento questa mattina è stata bocciata nella IX commissione consiliare presieduta da Mariella Perrone. Arriverà dunque in consiglio comunale con il parere negativo della commissione, dunque tutta la partita si giocherà sugli scranni del civico consesso. Le uniche a votare sì sono state Antonella Russo e Ivana Risitano, si è assunto la responsabilità del no solo Nino Carreri dei Dr, hanno scelto la strada dell’astensione Giovanna Crifò, Claudio Cardile, Mariella Perrone, che però in quanto presidente si astiene sempre dal voto sulle delibere, e persino Nicola Cucinotta che nonostante la dichiarata posizione contraria a tutto l’universo delle unioni civili ha preferito astenersi. Altri hanno preferito lasciare la commissione proprio prima di votare. Astensioni che comunque hanno determinato la bocciatura in commissione e che adesso sposteranno il “problema” in aula.

La delibera sulle unioni civili potrebbe fare il suo ingresso in consiglio già alla prossima seduta fissata per martedì e la consigliera Antonella Russo è pronta a chiedere il prelievo per evitare che il provvedimento cada di nuovo nel dimenticatoio. Dalla sua parte ci sarà sicuramente anche Lucy Fenech che già nelle scorse settimane aveva provato a mettere il registro in discussione, ma anche Nina Lo Presti, Gino Sturniolo, Ivana Risitano, Nora Scuderi, Daniele Zuccarello, Donatella Sindoni, ci saranno quei consiglieri che non hanno paura di andare avanti in una battaglia che viene considerata di grande civiltà e che non hanno intenzione di ridurre la discussione sulle unioni civili a una misera bega politica tra consiglieri e amministrazione. Perché è questo ciò che rischia di diventare il dibattito sul registro.

Gli scontri erano scoppiati in commissione regolamenti già la scorsa settimana, quando è andato in scena un furioso botta e risposta tra Elvira Amata e l’assessore Patrizia Panarello. C’è infatti chi ritiene che questo registro sia una “bandierina” che l’amministrazione vuole piazzare di fronte alla città. C’è anche chi, su tutti Giuseppe Santalco, aveva proposto di aspettare la discussione sul ddl Cirinnà che però, come raccontano le cronache nazionali di questi giorni, ha messo in crisi il governo e di certo non avrà vita facile viste le polemiche e i paletti messi da centristi e cattolici soprattutto sulle adozioni e le pensioni di reversibilità. Ostacoli e ostruzionismi che rischiano solo di perdere altro tempo nella speranza, evidente di qualcuno, di tornare a seppellire il registro delle unioni civili come già era accaduto un anno fa. Stavolta però c’è chi a Palazzo Zanca non ha intenzione di arrendersi. E fuori ci sono cittadini, comitati, giovani, che chiedono a gran voce che Messina abbia il suo registro delle unioni civili per iniziare finalmente a riconoscere a tutti, senza distinzioni di sesso o orientamento sessuale, gli stessi diritti.

Oggi sembra valere poco quel documento proposto dal comitato Arcigay e sottoscritto dalla presidente del consiglio Emilia Barrile nel giorno dell’occupazione dell’aula in nome dei diritti di un’intera comunità che anche a Messina viene relegata ancora ai margini. Con quel documento il comitato Arcigay faceva appello alla politica affinchè la questione dei diritti civili diventi centrale per la politica di questa città. La presidente Barrile si era impegnata per portare in aula il regolamento entro il mese di ottobre. Oggi però con questa prima bocciatura in commissione una parte di politica sembra aver chiuso tutte le porte.

“Noi crediamo che la politica debba muovere il primo passo, debba essere l’artefice del cambiamento in una società che fa difficoltà a ripensarsi su temi come la inclusione delle diversità sentimentali” si legge in quel documento. Adesso viene da chiedersi se la politica messinese che abita a Palazzo Zanca sia pronta a tutto questo.

Francesca Stornante