Servizio di salvataggio, spiagge sicure a costo zero per i Comuni

Il servizio di vigilanza e salvataggio sulle spiagge siciliane nel periodo estivo dovrebbe essere garantito per legge, ma tanti sono i comuni che non riescono a tutelare in tal senso i bagnanti e adottano, come misura di cautela nei confronti solo dell’Ente stesso, il famoso cartello sulla “balneazione non sicura a causa dell’assenza dell’apposito servizio di salvataggio”. La causa della mancanza dei bagnini sulle spiagge è dovuta alle difficoltà economiche dei Comuni che, in molti casi, hanno dovuto rinunciare negli anni a rinnovare il servizio perché a corto di risorse.

Ma l’associazione ambientalista Fare Verde Onlus “illumina” le amministrazioni con la Legge Regionale 1 settembre 1998, n. 17 con la quale è stato istituito il servizio di vigilanza e salvataggio per le spiagge libere siciliane, “con finalità di prevenzione e tutela dell’incolumità dei bagnanti durante la stagione estiva”.

La parte più interessante della Legge in questione riguarda proprio la parte economica. Infatti, come spiega ancora l’associazione, il servizio per i Comuni è a costo zero: “L’Assessore regionale per gli Enti locali è autorizzato ad erogare un contributo annuo pari al 50% degli oneri retribuitivi relativi al personale addetto alla vigilanza ed al salvataggio – e ancora – un contributo annuo pari alla metà del restante 50% sarà erogato a ciascun comune dalla provincia regionale competente per territorio, non comportando così alcun impegno di spesa per il nostro Comune”.

Unica condizione per assicurarsi il contributo sembra essere la presentazione della documentazione ufficiale riguardo il piano di salvataggio entro il 31 gennaio di ogni anno all’Assessore agli Enti locali che provvederà ad assegnare le somme entro il 31 marzo. Ma allora qual è la vera causa dell’assenza dei bagnini sulle spiagge, la pigrizia delle amministrazioni?

Giusy Briguglio