L’odissea dei precari di Palazzo Zanca spacca i sindacati, reazioni e contestazioni

Una vertenza che va avanti da vent’anni, sindacati che si sono spaccati e che rischiano di far alzare ancor di più i toni di una protesta già infuocata. Per i precari del Comune sono giorni di tensioni e di incertezza per quell’integrazione oraria che dal primo marzo hanno perso e che non sanno se riusciranno a riottenere. A questo si aggiunge anche la stabilizzazione, fino a d oggi cavallo di battaglia durante ogni campagne elettorale e poi solo un miraggio lontano. L’amministrazione Accorinti ieri, nonostante i numerosi incontri della scorsa settimana, non è ancora riuscita a sbrogliare la matassa e dire con certezza se il Comune è nelle condizioni di poter dare l’integrazione e contestualmente avviare il percorso di stabilizzazione dei suoi circa 300 precari. Ma se proprio sulla stabilizzazione sembrano esserci più spiragli, lo stesso non sembra per l’integrazione oraria. I revisori dei conti non hanno cambiato idea e continuano a sostenere la tesi dello sforamento del tetto massimo di spesa concessa, l’amministrazione valuterà ulteriormente le norme e ha chiesto un parere all’assessorato regionale al Lavoro, anche il ragioniere generale Antonino Cama ha concordato sull’opportunità di attendere un input dalla Regione. L’odissea dei precari dunque continua. E dopo l’occupazione pacifica di ieri sono apparse molto lontane le posizioni dei sindacati. Da un lato la Fp Cgil con la segretaria Clara Crocè che ieri mattina ha portato i suoi lavoratori in occupazione dell’aula consiliare durante la commissione bilancio. La sindacalista ha invitato amministrazione e revisori a rivedere la propria posizione perché l’interpretazione che viene data dell’art.28 comma 9 della legge n°78 è troppo restrittiva e non tiene conto delle deroghe che sono previste per i precari degli enti locali delle Regioni a Statuto Speciale. Per il sindacato il problema non riguarda solo la mancata integrazione oraria, ma anche la richiesta di stabilizzazione, più volte reiterata, che a tal proposito ha presentato all’Amministrazione apposita piattaforma, di stabilizzazione del personale precario: “E’ una vergogna – ha commentato la Crocé – che a distanza di vent’anni dalla loro assunzione ci siano anche lavoratori imprigionati nella “trappola” del precariato, da cui bisogna venire fuori a tutti i costi. Le classi politiche che si sono succedute in questi anni, consapevolmente, non hanno mai portato avanti fino in fondo il percorso di stabilizzazione dei dipendenti comunali, perché è proprio alimentando le speranze e le aspettative di questi lavoratori, che tanti hanno costruito e ottenuto vittorie politiche e successi elettorali. Adesso però è arrivato il momento di dire a basta a questa schiavitù e siamo certi che questa amministrazione abbia tutte la volontà e l’intenzione di mettere la parola fin a questo perenne stato di limbo occupazionale”. Di questo e di molto altro si discuterà nel corso del tavolo tecnico che dovrebbe riunire già da oggi sindacati, Amministrazione, Revisori dei conti e la presidente del Consiglio comunale.

Se dunque per la Fp Cgil l’incontro di ieri è servito a fare un nuovo passo per ottenere qualche risultato concreto, lo stesso non è stato per le Funzioni Pubbliche di Cisl e Uil . “Si è assistito alla solita perniciosa e sterile propaganda a cui non si è saputo sottrarre qualche sindacato compiacente e parte dell’amministrazione, tutto è stato fatto per non andare avanti e riproporre il solito tavolo tecnico, peraltro già aperto, che serve sicuramente per il processo di stabilizzazione, ma che certamente è solo una inutile perdita di tempo per l’integrazione” hanno commentato i segretari Calogero Emanuele e Giuseppe Calapai. Senza risparmiare neanche l’appellativo di “sindacato compiacente” rivolto alla Cgil.

Per i due sindacati i vincoli che spaventano l’Amministrazione sono meri pretesti per rinviare la decisione, così come inutili sono i percorsi di confronto con gli Uffici Regionali che poco c’entrano con l’integrazione. “Senza atti concreti i precari del comune di Messina non potranno avere serenità, né i cittadini certezze sui i livelli quali/quantitativi di tutti quei servizi oggi in larghissima misura garantiti dai 300 precari. Certamente ci attendiamo molto di più dell’ennesimo tavolo tecnico, promesso forse proprio in quella logica propagandistica e per sopire la consapevolezza dei precari rispetto ai gravissimi rischi a cui sono esposti dai ritardi sin qui accumulati nella vertenza integrazione oraria e stabilizzazione. Sicuramente non ci sottrarremo ad alcun tavolo tecnico, ma riteniamo rischioso il percorso imboccato dall’amministrazione di fermarsi, chiedere pareri e rinnovare tavoli tecnici.”.

Un altro allarme lanciato dal mondo sindacale arriva dal Dipartimento Autonomie Locali e Polizie Locali Fe.N.A.L. – S.U.L.P.M. che mette la lente d’ingrandimento sugli effetti delle progressioni verticali del personale effettuate nell’Ente. Il coordinatore provinciale Nicola Aloi parla di personale dipendente, vincitore di concorso interno, rimasto a svolgere le mansioni che eseguiva prima del concorso, pur percependo lo stipendio della “nuova“ categoria. Non si comprende però il perché l’Amministrazione non abbia provveduto all’assegnazione di questi dipendenti nelle mansioni corrispondenti al posto di cui gli stessi sono risultati vincitori.

“Le numerose segnalazioni fatte in occasione di provvedimenti di trasferimento del personale non hanno mai ricevuto risposte concrete. L’Amministrazione ha fatto -e continua a fare- orecchie da mercante. A ciò si aggiunga oltre la telenovela del personale precario, l’annosa questione del Corpo di Polizia Municipale, notoriamente sotto dimensionato. E' nostra intenzione essere propositivi e mai distruttivi: tanto per iniziare bisognerebbe provvedere ad un censimento dei Vigili urbani che, per motivi di salute, sono stati dichiarati inidonei definitivamente oppure temporaneamente sospesi dallo svolgimento del servizio esterno e impiegare nuovamente per i servizi esterni coloro i quali, invece, sono a tutti gli effetti idonei. Riteniamo essenziale procedere, altresì, ad un turnover con coloro i quali, di fatto, non hanno mai svolto il servizio esterno, anche inserendo altro personale comunale, che ben può svolgere i compiti per cui non bisogna necessariamente possedere la qualifica di agente della Municipale. Tutto va coordinato da una figura di responsabilità che è rappresentata dal Comandante e, ad oggi, non è chiara la posizione di chi riveste l'incarico”.

L’organizzazione chiede una totale ristrutturazione degli uffici comunali, al fine di fornire strumenti lavorativi idonei, evitando quella approssimazione che da anni sta investendo il Comune.

F.St.

LA GALLERY DI GAETANO SACCA'