Porto di Tremestieri, ora il Ministero dovrà fare chiarezza sui fondi

Un altro passaggio tecnico, l’ennesimo, su una strada irta di ostacoli. La partita dell’ampliamento del porto di Tremestieri si gioca sul mutuo da 35 milioni con la banca Dexia, in scadenza nel prossimo mese di dicembre, che il Ministero ha intenzione di estinguere per risolvere la situazione e girare i fondi alla stazione appaltante. Il problema è che non sarà disponibile l’intera somma, per una serie di motivi che sono stati discussi ieri nel corso di una seduta del Comitato Portuale.

La seduta, anzitutto, è stata convocata in fretta e furia la settimana scorsa, dopo che la banca belga ha inviato una lettera in cui ha dato la propria disponibilità a chiudere il mutuo ma ha chiesto un atto ricognitivo, che adesso è stato approvato all’unanimità dal Comitato.

“Nei prossimi giorni sarà redatto e firmato un atto notarile – spiega il segretario generale dell’Autorità Portuale, Francesco Di Sarcina -, sulla base del documento contabile approvato, che estinguerà il mutuo in modo consensuale e senza penali. Poi sarà inviato sia alla banca sia al Ministero”.

A quel punto il Ministero dovrà fare i conti in cassa e dire, con esattezza, la cifra immediatamente erogabile. Dei 35 milioni iniziali è stato speso solo 1 milione e mezzo ma un’altra somma, non ancora precisata, è finita in perenzione ed altri soldi ancora potrebbero non essere subito disponibili. Una parte potrebbe arrivare nei prossimi anni, a lavori in corso, ma il rischio è che adesso il Ministero possa trasferire solo un importo vicino ai 20 milioni, che si rivelerebbe insufficiente.

“Diventa necessario recuperare, con canali diversi, la parte finita in perenzione – riprende Di Sarcina –, serve una volontà politica chiara. C’è poi in ballo il finanziamento regionale. Qualche giorno fa, da Palermo, è arrivata una lettera al Comune che conferma l’esistenza di 16 milioni, già decretati, e la disponibilità ad incrementarli nel caso in cui le altre fonti fossero insufficienti. Abbiamo trasmesso questa lettera al Ministero per chiedere una risposta celere, in modo tale da fare chiarezza”.

E’ bene ricordare che il quadro economico per la realizzazione del nuovo porto prevede una spesa di circa 72 milioni. 15 milioni sono garantiti dall’Autorità Portuale, 16 dalla Regione e una cifra non ancora accertata dal Ministero, che potrebbe essere compresa tra i 20 e i 30 milioni, secondo le previsioni più o meno ottimistiche. Anche nella migliore delle ipotesi, continuerebbe a mancare almeno una decina di milioni ed è per questo che servirà una spinta politica nei confronti sia del Ministero sia della Regione.

Sullo sfondo, la vicenda dell’assegnazione dei poteri speciali che, però, a questo punto, sembra venir dopo il problema dei finanziamenti. La volontà del Ministero c’è ma sarà difficile nominare un commissario delegato se non prima si saranno recuperate risorse certe per realizzare l’opera.

E mentre il tempo passa, c'è da pensare anche al porto attuale e alle due invasature sempre a rischio insabbiamento (VEDI QUI). Dopo cinque mesi di tregua, si sono accumulati i primi sedimenti, non ancora tali da impedire la navigazione, ma il rischio è dietro l'angolo. Per questo, l'Autorità Portuale ha già aggiudicato la gara per il dragaggio alla società Scuttari ma, come sempre e nonostante tre solleciti, non c'è ancora l'autorizzazione da parte della Regione. E' quasi pronto, intanto, il progetto per la realizzazione della "fossa", un escavo preventivo che dovrebbe preservare il porto almeno per un anno o forse più. A tal proposito, da sabato 26 a lunedì 28 settembre, la Geonautics srl eseguirà attività di campionamento del materiale e relativi carotaggi, con l'ausilio del motopontone Albatros. Per agevolare le operazioni, nella giornata di domenica, dalle 4 alle 22, il porto resterà chiuso.

Per ciò che concerne la gestione del Terminal, infine, l’Autorità Portuale ha preannunciato imminenti novità durante la prossima settimana. Se, invece, dovessero seguire ulteriori ritardi, i sindacati Fast Confsal e Ugl Mare si dicono pronti ad azioni di lotta già nella prima decade di ottobre.

(Marco Ipsale)