Lungomare del Ringo, per Vento dello Stretto la valorizzazione passa dai privati

Valorizzare il Lungomare del Ringo “Biagio Belfiore”, è quanto chiedono in una nota gli esponenti di Vento dello Stretto, Piero Adamo, consigliere comunale, Ferdinando Croce e Ivan Bombaci, consiglieri della V circoscrizione, al presidente dell’Autorità portuale di Messina-Milazzo, Antonino De Simone, all’assessore al patrimonio e alle politiche del mare del Comune di Messina, Sebastiano Pino, e all’assessore al commercio, Patrizia Panarello.
Nel 2008, dietro forte impulso dell’Autorità Portuale di Messina, il lungomare, completamente riqualificato, venne restituito alla città ma a distanza di anni dalla consegna dell’opera, la passeggiata è lasciata spesso all’incuria, danneggiata da atti di inciviltà e comunque non adeguatamente valorizzata.
«Verificare l’esistenza di istanze volte al rilascio di concessioni per occupazione di suolo pubblico sul lungomare» e «convocare una conferenza di servizi per discutere dell’argomento ed eventualmente individuare strategie di semplificazione delle procedure di rilascio, coinvolgendo tutti i soggetti interessati» sono alcune delle proposte avanzate dai Consiglieri che lanciano, inoltre, l’idea «di utilizzare lo strumento dell’accordo tra Amministrazione e privati, fornito dall’art. 11 della legge n. 241/90, per giungere più celermente al rilascio degli auspicati titoli concessori».
I rappresentanti di Vento dello Stretto ritengono che dal rilascio di concessioni per occupazione di suolo pubblico, utili allo svolgimento di iniziative di natura prevalentemente commerciale, stagionali e stabili, deriverebbero evidenti vantaggi sia per la cura dell’interesse pubblico che per lo sviluppo dell’iniziativa economica privata. «Risulta», ai Consiglieri, «la volontà e in certi casi addirittura l’esistenza di formali richieste di alcuni titolari di attività commerciali sul viale della Libertà, volte ad ottenere il rilascio di apposite concessioni, con l’obiettivo di “delocalizzare”, in coincidenza con il periodo estivo, le rispettive attività, per esempio, tramite l’installazione di chioschi o altro genere di strutture precarie».
«L’attività concessoria», precisano, «non dovrà essere disomogenea e/o rimessa all’assunzione di iniziative individuali, ma piuttosto “coordinata” quanto, ad esempio: al numero massimo di concessionari potenzialmente ammissibili; alla natura e alla compatibilità delle attività da svolgersi; alle caratteristiche estetiche e alle dimensioni delle relative installazioni, e ciò per consentire quell’utilizzo intelligente del lungomare che negli ultimi tempi sembra esser mancato».
Infine, aggiungono i Consiglieri, le concessioni «potrebbero contemplare, a cura e spese dei concessionari, l’assunzione di specifici impegni alla manutenzione delle aree circostanti lo spazio pubblico occupato, non escluse le attività di giardinaggio e di sostituzione degli elementi di arredo divelti o rimossi».
Gabriele Quattrocchi