E’ morto Oskar, fotoreporter e maestro: i suoi scatti “parlavano” più di mille articoli

E' stato il primo fotoreporter con il quale ho lavorato. Una vita fa. Eravamo al Giornale di Sicilia, redazione staccata, con sede nel viale San Martino. Ancora ricordo il primo servizio fatto insieme. S'intitolava "e per tetto un vagone ferroviario", la storia di una coppia senza soldi, senza lavoro, che viveva dentro un vagone alla stazione. Ci andai con lui, io ancora alle prime armi, lui già pieno di esperienza. Ma non la faceva pesare La foto era in bianco e nero, perchè all'epoca il Giornale di Sicilia non usava ancora il colore. All’epoca c’era il “fuori sacco”, non c’erano i cellulari, tutto il lavoro si faceva in strada, si stava in redazione fino a notte e tra un racconto ed un altro si diventava una famiglia. Da allora siamo diventati colleghi ed amici. La tappa nel suo negozio, nel viale S. Martino era obbligata, le chiacchiere con lui e con la moglie Carla. A Natale era diventato un rito il brindisi da lui. Il suo carattere poteva sembrare spigoloso a chi non ne conosceva la grande umanità. Aveva il dono prezioso di dire tutto quello che pensava, senza ipocrisie. Un grande lavoratore, un uomo pieno di entusiasmo e passione per il suo lavoro. Amava Messina, quella più nascosta, meno nota. Conosceva cose e persone, si schierava con lealtà con chi rispettava ma sapeva essere intransigente con chi amava sotterfugi, scorciatoie. Era sempre al fianco dei più deboli, della Messina umile e piena di dignità. Non sopportava l’arroganza del potere e rifuggiva da ipocriti e cortigiani. Amava la gente e amava questo mestieraccio che ti dà più problemi che gioie.
Ciao Oskar, sei stato un maestro per tutti i giovani fotoreporter. E non solo. A me hai insegnato il rispetto per quella parte di un articolo senza la quale è come raccontare una cosa a metà. La parola senza l'immagine è vuota. E Fernando Carciotto, per tutti noi Oskar sapeva parlare attraverso le immagini. Una dote rara, che solo un fotoreporter può avere. Se con uno scatto riesci a far parlare uno sguardo, un mezzo sorriso, un’immagine rubata allora è di gran lunga meglio di un fiume di parole.

I funerali saranno domani alle 15 nella Chiesa di Torre Faro. Ad Oskar, a Carla, ed al figlio che per tutti noi “anziani” è e resterà “oscarino” vanno le più sentite condoglianze.

Rosaria Brancato