Furnari, non si placano le polemiche tra il sindaco, la minoranza e la Capitaneria

Non si placa la polemica tra il sindaco di Furnari, Mario Foti, la Capitaneria di Porto di Milazzo e il consigliere di minoranza Giuseppe Mendolia. La vicenda è scoppiata durante la suggestiva processione a mare che ogni anno celebra la Madonna di Trapani a Tonnarella, svoltasi il 9 agosto, e ha assunto ormai i tratti di una questione “personale”, più che istituzionale.

I fatti Detonatore della vicenda è stato un controllo effettuato dalla Capitaneria all’imbarcazione preposta al trasporto del simulacro subito prima della partenza della processione, per verificare che essa rispettasse il numero massimo consentito di persone a bordo, stabilito tramite ordinanza; in seguito al controllo, il sindaco Foti ha chiesto spiegazioni sul perché si fosse controllato solo il mezzo in questione e non tutti gli altri al seguito. Una battuta del consigliere Mendolia, che ha postato su Facebook una foto della sua barca paragonandola ai famigerati barconi di profughi, ha portato anche alla segnalazione, da parte del primo cittadino, della suddetta come di altre barche che, secondo Foti, avrebbero evidentemente violato l’ordinanza. Il sindaco ha dato seguito alle sue rimostranze scrivendo poi ai vertici della Capitaneria di porto, denunciando, con tanto di nomi e foto, la disparità di trattamento subita, a suo dire, rispetto ad altri natanti; l’insinuazione, neanche troppo velata, è che regista della vicenda sia stato il consigliere Mendolia, che lavora, insieme ad alcuni familiari, nella Capitaneria di Porto di Messina, e che sarebbe stato per questo privilegiato.

La polemica Le accuse di Foti non sono state gradite dalla Capitaneria che, in un comunicato, si era detta rammaricata del fatto che “vi sia ancora qualcuno sul territorio che non vede di buon occhio la costante presenza del personale del Corpo”, aggiungendo che “la sensazione è che si sia voluta montare una polemica dettata da dinamiche estranee all’attività del Corpo, del tutto avulso da una contesa che non gli appartiene”. Anche il consigliere Mendolia non ha fatto attendere la sua replica, parlando di “mistificazioni” da parte di un sindaco che avrebbe strumentalizzato una manifestazione religiosa. Secondo Mendolia, tutte le barche al seguito della processione erano nelle stesse condizioni, e la crociata avviata dal sindaco Foti potrebbe addirittura mettere a rischio le future edizioni della manifestazione, a causa delle pesanti multe che potrebbero essere comminate ai proprietari delle barche, molti dei quali pescatori che accolgono i fedeli sui propri natanti, a proprie spese e responsabilità. Dal canto suo, Foti non è arretrato di un passo, ribadendo in una ulteriore lettera inviata alla Capitaneria le sue ragioni: “La vicenda della processione a mare del Veneratissimo Simulacro della Madonna di Trapani credo che abbia ormai superato la soglia della normalità anche tra la scrivente Istituzione e Codesto Comando. Si ritiene pertanto di dovere chiudere una vicenda che presenta aspetti strani e sospetti ma che, se alimentata, rischia di superare la soglia del grottesco. L’attività di controllo della manifestazione da parte di Codesto Comando non era e non resta cosa sgradita a questa Amministrazione comunale. Atteso che Codesto Comando, per sue proprie ragioni istituzionali, ha ritenuto opportuno svolgere una attività legittima di controllo sulla processione a mare, questa Amministrazione avrebbe certamente gradito ed auspicato che ciò fosse avvenuto con il necessario raccordo e la collaborazione del sindaco di Furnari, preventivamente avvertito quale autorità locale di Pubblica sicurezza in un evento straordinario. Così purtroppo non è stato sicché questo sindaco, in assenza di tutto questo ed in presenza di un controllo svoltosi soltanto sulla motonave che ospitava il Simulacro della Madonna, ha legittimamente censurato quanto accaduto, documentando la singolarità di un controllo, la disparità del medesimo e la particolarità di una esenzione da parte di chi, appartenente a codesta Istituzione, era a bordo di una motobarca con tante persone tanto da definirle egli stesso “profughi“, con un commento fotografico su un social network già inviato”.

L’epilogo Nonostante le continue dichiarazioni di pace, la polemica sembra destinata a protrarsi ulteriormente. Sembra evidente, tuttavia, che la natura della vicenda riguarda i soggetti che ricoprono le cariche istituzionali, e non le istituzioni stesse. Da un lato, un sindaco denuncia quelle che ritiene attenzioni mirate da parte di un Corpo di forze dell’ordine, magari sotto la spinta di un regista occulto; dall’altro vi è la controdenuncia di Mendolia, definitosi esso stesso al centro di una persecuzione, e la reazione piccata della Capitaneria di Porto per essere stata coinvolta in una vicenda politica. L’unica in grado di sbrogliare la matassa sembrerebbe dunque la Magistratura, citata spesso nelle minacce di querele reciprocamente rivoltesi dai contendenti; nel frattempo, non si può che deprecare il triste spettacolo di uno scontro tra istituzioni – o, meglio, tra i soggetti che quelle istituzioni rapresentano -, nato per di più da un evento religioso.

Giovanni Passalacqua