L’assessore Todesco ad Addiopizzo: “Rivendico il senso etico di quanto deciso”

“In Sicilia la mafia si divide in due tronconi: la mafia propriamente detta, e poi l’antimafia”, inizia citando una battuta di alcuni anni fa l’intervento dell’assessore alla cultura ed alle identità Sergio Todesco in seguito alle dichiarazioni post-Vara di Addiopizzo. “ Era una battuta indubbiamente impietosa e crudele, che ignora il tributo di idee e di sangue che una certa antimafia ha offerto e continua ad offrire – prosegue- ma nel contempo indicatrice, del rischio di una temperie giacobina che in nome della lotta alla mafia indossava a volte corazze adamantine e intransigenti. Su tale temperie in quegli stessi anni esercitava la sua lucida intelligenza un profeta assai spesso ignorato come Leonardo Sciascia. Tali suggestioni, mi è avvenuto di ripercorrere all’ascolto del comunicato stampa rilasciato dai ragazzi di Addiopizzo”.

In conferenza stampa ieri mattina l’associazione ha detto la sua su quanto accaduto (vedi articolo correlato) sottolineando come dall’anno scorso sembra trascorsa un’era geologica “l’anno scorso il sindaco Buzzanca non aprì bocca sull’aggressione ad Addiopizzo, quest’anno Accorinti ha indossato la nostra maglietta. Ma indossare una maglietta, pur rendendoci felici, non cancella alcune nomine fatte in seno al Comitato Vara”.

In particolare Addiopizzo fa riferimento a Francesco Forami ( indagato per l’aggressione dello scorso anno) e Giovanni Celona ( arrestato nell’estate 2011 per tentata estorsione), designati nel Comitato, ricordando come la giunta pur avendo deliberato un regolamento per le designazioni in Enti e Commissioni e che prevede alcune incompatibilità (tra le quali non avere provvedimenti giudiziari in corso) non lo abbia applicato per il Comitato Vara.

“Come Assessore alla Cultura- spiega quindi Todesco- mi sento obbligato a svolgere le seguenti considerazioni, che peraltro ho avuto modo di esporre anche ad una delegazione di Addiopizzo. Prima considerazione: chi scrive si è trovato di fronte alla necessità di organizzare la festa della Vara 2013 in un contesto segnato da forti lacerazioni e tensioni sociali, in parte determinate dall’episodio di intolleranza dell’anno precedente (riconducibile, più che ad una cultura mafiosa, a quella sorta di zona grigia che è stata serbatoio clientelare per la classe politica locale negli ultimi sessant’anni), ma soprattutto incancrenitosi per le manipolazioni ad esso impresse da alcuni ambienti, che ravvisavano in tale evento un banco di prova per l’Amministrazione Accorinti e, al contempo, un micidiale trabocchetto per tentare di screditarne la capacità di governo. A mio parere, la Vara deve sempre più esplicitare il suo fortissimo senso identitario e comunitario; per fare ciò deve essere sottratta a qualunque tentativo di appropriazione indebita ed unilaterale. Se essa è un simbolo per Messina da oltre cinque secoli, deve esserlo per tutti i messinesi, e nessuno può rivendicarne la titolarità esclusiva”

L’assessore sottolinea quindi il fatto che lo stesso culto dell’Assunta, per la sua natura è inclusivo e che pertanto la Processione non può essere strumentalizzata da nessuno. Quanto accaduto lo scorso anno secondo Todesco non è un fatto mafioso nel senso letterale del termine: “La cultura mafiosa, alla quale io mi ostino a non ricondurre il brutto episodio di intolleranza e di ignoranza dell’anno scorso, credo che la si possa meglio fronteggiare e sconfiggere attraverso uno sforzo comune per costruire una società più giusta, con cittadini liberi e consapevoli”.

L’aggressione ad Addiopizzo da parte dei due componenti del Comitato dunque, secondo l’assessore va addebitata all’ignoranza ed all’intolleranza ma non ad una cultura mafiosa, quanto alle critiche rivolte ieri dall’associazione all’organizzazione 2013, “ribadisco solo che a nessuno dei componenti è stata fatta la verifica della fedina penale, in quanto tanto la commissione quanto il comitato hanno svolto attività gratuite, nessuno dei componenti ha ricoperto compiti istituzionali, nessuno di tali organismi ha gestito soldi pubblici. Essi avevano, semplicemente, l’incarico di mettere le proprie competenze al servizio di un unico fine: fare in modo che una imponente machina festiva, del peso di nove tonnellate, potesse compiere un articolato percorso processionale alla presenza di oltre centomila persone senza che si verificassero incidenti di sorta”.

Stando alla replica dell’assessore la scelta sarebbe ricaduta su “requisiti squisitamente tecnici” e su una “prestazione gratuita”, fatto questo che, per la verità, non autorizza a scegliere chiunque per il solo fatto che non viene pagato, tenuto anche conto del tipo di evento che si andava ad organizzare.

Val la pena comunque ricordare che il regolamento per le designazioni correttamente varato dalla giunta si è reso necessario proprio per le scelte che riguardano l’amministrazione pubblica, indipendentemente dal gettone di presenza ma per sottolineare la diversità e discontinuità dal passato. Se la nuova amministrazione ha voluto fare un regolamento, includendo, ad esempio, tra i motivi di incompatibilità l’appartenenza a logge massoniche (oltre ai procedimenti giudiziari), questo non riguarda solo un aspetto economico ma una precisa scelta etica che se vale per gli Enti e le Commissioni, dovrebbe essere “l’impronta” che, secondo la giunta, deve valere per tutto. Questo probabilmente voleva essere il messaggio di Addiopizzo all’amministrazione, in vista delle edizioni future.

“Poiché spesso, nella nostra città, – conclude Todesco – il <punto di vista etico> è quello dei vizi privati e delle pubbliche virtù, e dato che io personalmente mi considero una persona prestata alla politica, prendo animo per rivendicare il senso etico di quanto deciso e adottato. Etico, nel senso di una chiamata rivolta a tutti i cittadini di buona volontà per costruire insieme una città migliore, più legale e al contempo meno integralista, meno astiosa, meno partigiana”.

Rosaria Brancato