Politica

Mafia e corruzione in Sicilia: continua la crisi della politica

Ancora una tempesta giudiziaria. Un’inchiesta su mafia e corruzione. Il vicepresidente della Regione siciliana, all’epoca dei fatti Pd e ora big leghista, Luca Sammartino, sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno e costretto alle dimissioni. Un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 11 persone tra esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori accusati, a vario titolo, di scambio elettorale politico – mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, corruzione aggravata, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Tra gli arrestati il sindaco di Tremestieri Etneo, Santi Rando.

L’ennesima picconata a un sistema politico non all’altezza

Sul piano giuridico vale la presunzione d’innocenza e tutte le persone coinvolte avranno modo di difendersi. Sul piano politico, invece, questa vicenda conferma la crisi e l’incertezza in cui siamo avvolti. Si tratta di un’ulteriore picconata a un sistema politico debole e privo di credibilità, dove si passa da un partito all’altro e in cui spesso mancano idee e figure all’altezza. Può pure capitare che si venga assolti ma che, dal punto di vista politico, si sia adottato un comportamento discutibile. E non ci riferiamo al caso specifico, che ancora non conosciamo nei dettagli.

Ci preoccupa, però, la sensazione che, di tempesta in tempesta, l’immagine della politica sia sempre più fragile e compromessa. Di recente, nel Messinese, l’arresto di Maurizio Croce e le indagini sui lavori al torrente Bisconte hanno rappresentato l’ennesimo terremoto giudiziario.

Ma la politica, al di là delle frasi di circostanza, che intenzioni ha? Di Berlinguer che pongano la questione morale con analoga credibilità, non se ne vedono molti, intanto. Per chi suona la campana, dunque? Per una politica che deve ritrovare in partiti, idee, classi dirigenti, delle ragioni per elevarsi e ricucire il rapporto con la cittadinanza. Qui e ora serve uno scatto d’orgoglio. Un salto di qualità che, ancora, onestamente, non s’intravede.