cronaca

Mafia e politica a Barcellona, tutte le condanne per il nuovo triumvirato

MESSINA – Il primo giudizio si chiude con condanne pesanti, al processo noto come Gotha 8, la maxi inchiesta antimafia della Direzione distrettuale di Messina sfociata in oltre 80 arresti all’inizio del 2022. Nota anche come inchiesta sulla Mafia 2.0, ha ricostruito i tentativi del nuovo triumvirato del clan del Longano, formatosi intorno Mariano Foti e Carmelo Vito Foti, di riprendere le redini degli affari e ricostruire la cassa comune. Droga, prostituzione, video poker ed estorsioni gli affari trattati dal clan, che si è dato da fare anche per orientare alcuni risultati della campagna elettorale.

Ecco il verdetto del Giudice per l’udienza preliminare Simona Finocchiaro alla fine del processo abbreviato. Il Gup ha deciso 34 condanne, diverse assoluzioni parziali e scagionato totalmente alcuni imputati. Si tratta di condanne pesanti, tenendo conto che si tratta di un rito alternativo.

La sentenza

2 anni per Enrico Albergo, Stefano Bartuccio e Davide Canevari; 8 anni e mezzo per Andrea Alesci; 6 anni e 10 mesi ad Antonino Santo e Alesci Lo Presti; 9 anni a Jordan Brunini; 9 anni e 2 mesi a Salvatore Gatto, Giovanni Imbesi, Gianluca Campo, Enrico Mara e Raoul Milici; 5 anni e 4 mesi ad Angela Chiofalo; 7 anni a Bartolo Costantino; 13 anni e 4 mesi ad Antonino Crea; 1 anno e 10 mesi a Roberto De Luca; 4 anni ad Angelo Tindaro De Pasquale; 3 anni e 4 mesi a Felice De Pasquale, 10 anni e 10 mesi ad Antonino Falcone; 20 anni a Mariano Foti, Carmelo Vito Foti e Maurizio Giacomo Sottile; 6 anni e 8 mesi Roberto Merlino, Francesco Salvatore Foti, Giusy Giardina, Salvatore Antonino Triolo, Steven Meo; 2 anni a Carmelo Imbesi, Maurizio La Spada, Rosario Daniele Mantineo, 12 anni e 2 mesi Antonino Mazzeo; Agostino Milone; 5 anni a Giampiero Munafò, 9 anni e 4 mesi a Filippo Torre.

Assolti Pietro Guerriera, Natale Morasca, Filippo Iannello, Maurizio Iannello, Carmine Di Natale, Salvatore Torre, Non doversi procedere e liberazione immediata per Carmelo Imbesi, al quale viene restituito il negozio di frutta.

Riconosciuto il risarcimento alle associazioni anti racket.

L’inchiesta

L’indagine dei Carabinieri, coordinata dal procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e Fabrizio Monaco, ha monitorato diverse cellule criminali attive tra Barcellona, Milazzo e Messina, per poi ricostruire il “filo rosso” costituito dalle manovre dei boss storici, tornati recentemente in libertà, di riportare tutti sotto l’alveo del loro controllo.

Impegnati nelle difese gli avvocati Filippo Barbera, Tino Celi, Carmelo Monforte, Sebastiano Campanella, Gaetano Pino, Salvatore Silvestro.