Le veritá del pentito D’Amico: chiesero al clan di votare per Beninati

E' quello dell'onorevole Nino Beninati il secondo nome eccellente finito nelle clamorose rivelazioni che il pentito barcellonese Carmelo D'Amico sta rendendo in questi giorni al processo Gotha 3. L'ex boss, collegato in video conferenza con l'aula di corte d'appello dove si svolgeva il processo ai capi di Cosa Nostra barcellonese ed a Saro Cattafi, ha risposto alle domande degli avvocati di parte civile, ribadendo e precisando alcune circostanze già rivelate alla scorsa udienze e raccontando nuovi particolari. Tra questi, quelli relativi ai contatti politici tra gli uomini del clan e la politica.

D'Amico, rispondendo alle domande dell'avvocato Ugo Colonna – in questo processo legale del comune di Mazzarrà Sant'Andrea e difensore abituale di Maurizio Marchetta – ha ribadito che Marchetta e Cattafi erano molto vicini a Sam Di Salvo, che interagivano tra di loro e che erano tra quelli, insieme allo stesso Di Salvo, che avevano una sorta di "ruolo" politico a beneficio del clan: si occupavano di affari, di aggiustare processi, di vicende relative alle elezioni politiche. E, più avanti, dopo aver ribadito lo stretto rapporto tra Cattafi ed il senatore Mimmo Nania, insieme in una potente loggia siculo – calabra, D'Amico ha spiegato che un amministratore barcellonese aveva chiesto alla famiglia voti per Beninati.

L'avvocato Colonna gli ha chiesto di precisare quale contezza avesse dei rapporti tra Marchetta e Cattafi, e tra l'ex vice presidente del consiglio comunale e Sam Di Salvo – oggi al 41 bis – e D'Amico ha ribadito di aver visto più volte Marchetta e Cattafi a colloquio, altrettanto numerose volte l'architetto a colloquio con Di Salvo. "Una volta erano insieme, io poi me ne sono andato, loro aspettavano un'auto blu che poi è arrivata, c'era un magistrato o un politico non mi ricordo bene". Non ha visto chi c'era sull'auto insomma. "Non ricorda se fosse un magistrato o un politico? Beh, una circostanza simile probabilmente uno se lo ricorda", lo ha rimbeccato il presidente della Corte.

Ancora, l'avvocato Colonna gli ha chiesto se la famiglia barcellonese avesse interessi nella Ciappazzi, e se avesse mai sentito parlare di interessi di Cattafi in merito all'azienda di acque minerali di Terme Vigliatore: "No non mi pare, ma comunque se ne occupava Tramontana", ha detto D'Amico.

Sempre Colonna gli ha chiesto se avesse mai sentito parlare di un'associazione che si chiama Corda Fratres. "Certo che la conosco, era in piazza, sopra la bottega di Pippo Gullotti, aveva la sede in quel palazzo, era una loggia massonica pulita". La Corda Fratres, lo ricordiamo, è l'associazione culturale per molti anni animata principalmente dall'ex procuratore generale Franco Cassata finita nelle polemiche quando venne alla luce che, in età giovanile, vi militó anche il padrino Gullotti, poi espulso. In tempi più recenti é stata diretta dal docente universitario Ferdinando Ofria e animata dall'oggi sindaco di Barcellona, Maria Teresa Collica, anche lei docente all'Università di Messina.

Alessandra Serio