Colpo di scena d’agosto: il consiglio provinciale vota la dismissione della Sogas

Il consiglio provinciale approva la fuoriuscita da Sogas. Al termine di una mattinata di fuoco l’aula ha approvato la delibera presentata diverse settimane fa dall’Udc. Una decisione che inevitabilmente apre una voragine enorme a palazzo dei Leoni, dal punto di vista programmatico e politico. Sul piano amministrativo si segna la spaccatura tra l’esecutivo provinciale e il civico consesso. Da un parte la giunta Ricevuto che ha sempre spinto sulla società di gestione dell’Aeroporto dello Stretto, fino ad una ricapitalizzazione tale da superare il 20% delle quote e ottenere un posto nel Cda con l’assessore alle Partecipate, Michele Bisignano. Dall’altra evidentemente c’è chi, anche nella maggioranza, continua a non vedere di buon occhio questa operazione e lo ha dimostrato con i fatti.

Così in un afoso pomeriggio di agosto si sancisce la spaccatura, già assaporata lo scorso giugno. E veniamo al dato politico. La delibera, prelevata su proposta del consigliere di Sicilia Vera, Pippo Lombardo, passa oggi con i voti dell’asse Udc-opposizioni: 18 votanti, 13 favorevoli (appunto Udc, Pd, Idv, Rifondazione e Tonino Calabrò degli autonomisti), 3 contrari (Rella, Galluzzo e Parisi – PdL) e 2 astenuti. Il primo è il capogruppo del PdL, Angelo Passaniti, uscito dall’aula in prossimità della votazione; il secondo è proprio Pippo Lombardo, che ha richiesto ma non ottenuto chiarimenti sui reali effetti prodotti dalla delibera. Di fatto l’ok del consiglio apre un fronte importante, obbligando adesso Nanni Ricevuto ad uscire allo scoperto, al di là dell’assunzione di posizioni di rito. Il dato è ormai lapalissiano, i numeri innegabili. Dopo la determinante modifica al consuntivo 2010, Udc e Pd hanno nuovamente segnato insieme il cammino della Provincia, mentre ancora una volta segnali di insofferenza provengono da una parte del PdL, specialmente dalla GdL (area ex An), che avrebbe potuto abbandonare l’aula facendo cadere il numero legale ed è invece rimasta tra gli scranni, a differenza di tanti altri colleghi del centrodestra che non si sono nemmeno fatti vedere. E qui veniamo all’altro punto: consiglieri del PdL assenti (solo 4 i presenti) e probabilmente troppo spesso poco coinvolti, che avrebbero potuto sovvertire con i numeri l’esito della votazione. Magari in risposta all’Udc, con la quale non riescono neppure più ad accordarsi per un richiesta di rinvio.