Muore al Papardo dopo una broncoscopia, denuncia dei familiari, la Procura apre un’inchiesta. L’azienda replica

Ancora la sanità messinese nel mirino della magistratura. L’inchiesta è solo ai primi passi e non ci sono ancora indagati ma nelle prossime ore potrebbero scattare i primi provvedimenti.
Il caso è quello del 74enne Giorgio Pinizzotto di Santa Lucia sopra Contesse. E’ morto al Papardo dopo essere stato sottoposto a Broncoscopia irradiata nel reparto di Chirurgia Toracica. La moglie ed i figli hanno presentato una denuncia ai Carabinieri per stabilire eventuali responsabilità dei medici. Il sostituto procuratore Margherita Brunelli ha aperto un fascicolo, per il momento contro ignoti, ed ha disposto il sequestro della cartella clinica già eseguito dai Carabinieri.
Pinizzotto da qualche giorno accusava uno stato febbrile e il 9 settembre scorso si è recato al Papardo dov’è stato ricoverato nel reparto Malattie Infettive. In quasi venti giorni di degenza i medici non sono riusciti a scoprire la causa delle febbre e così giovedì scorso hanno deciso di effettuare una broncoscopia irradiata per accertare l’eventuale presenza di un tumore ai polmoni. Come indicato dai congiunti nella denuncia non appena il medico è entrato in sala per effettuare la broncoscopia si sono sentite delle urla. Era lo stesso medico che invitava il paziente a stare fermo. Un quarto d’ora dopo Pinizzotto è stato portato sotto ossigeno e privo di sensi nel reparto da dove poco dopo è uscito il rianimatore che ha comunicato alla moglie che il marito era morto. I familiari chiedono ora di conoscere la verità e che vengano individuati eventuali responsabili. Pinizzotto soffriva di enfisema polmonare e la moglie lo aveva fatto presente ai medici sollevando dubbi sull’opportunità di effettuare la broncoscopia ma i medici le avevano assicurato che non c’era alcun rischio. Probabilmente lunedì mattina il sostituto procuratore Margherita Brunelli conferirà l’incarico al medico legale Daniela Sapienza per effettuare l’autopsia all’obitorio del Policlinico.
Intanto, arriva la replica dall’azienda: “Il paziente di 74 anni deceduto giovedì scorso, arrivava in ospedale con una patologia febbrile, che non è espressione di una patologia cronica riacutizzata, bensì sintomo di una ben più grave così come dimostrato dalle indagini diagnostiche a cui è stato sottoposto”.