Boccata d’ossigeno per l’Atm e c’è chi si autocandida per la manutenzione dei mezzi

Venerdì scorso si era toccato il minimo storico: 16 autobus in strada. Numeri degni del servizio di trasporto pubblico di un paese e non certo di una città di 250mila abitanti. Oggi, di autobus in strada ce ne sono 24. Numeri ugualmente bassissimi, ma c’è da apprezzare l’impegno dell’Atm di fare il più possibile senza un euro nelle casse.

Ma come si è giunti a questo lievissimo ma significativo miglioramento? Un autista del tram, competente in materia, si è reso disponibile a cambiare settore ed a fornire un contributo fondamentale nella manutenzione degli M 231, gli autobus della Breda Menarinibus per cui è nato il contenzioso. Venerdì scorso ce n’erano in strada solo 4, oggi sono 12. Si tratta di mezzi del 2007, che hanno quindi già 5 anni di vita ma che sono i più recenti del parco macchine Atm e necessitano di un’adeguata manutenzione tecnologica. Questo è il problema dell’officina del gommato, tant’è che esiste il full service. “Full service che – precisa il direttore generale dell’Atm, Claudio Conte – è previsto anche nel nuovo piano per la mobilità predisposto da Innova Bic. Anche per questo, sto facendo ogni tentativo per indurre la Breda a riprendere il servizio. Intanto è mio dovere preciso attingere ad ogni risorsa anche con distacchi di personale non direttamente interessato, che possa fungere da supporto all’officina”.

Nell’ordine di servizio in cui Conte incarica l’autista del tram alla manutenzione degli M 231 si legge: “L’impossibilità, si spera momentanea, a chiudere una trattativa con Breda Menarinibus per la prosecuzione del full service cessato il 31 agosto, impone di ricercare ogni possibile “soluzione tampone”. Ho ricevuto la disponibilità del signor Pietro Portaro ad intervenire, almeno per i piccoli guasti, sugli M 231, ovviamente sotto mia responsabilità. Conosco personalmente la sua competenza, per cui ritengo di procedere nel superiore interesse dell’azienda e dell’utenza nel destinarlo con effetto immediato, per tre mesi, presso l’area manutenzione settore officina, al fine di creare una ulteriore squadra, da affiancare a quella del signor Agrillo già destinata agli M 231, che si dedichi alla manutenzione di questi bus”.

Il direttore generale dell’Atm lancia poi un monito a tutti i vertici aziendali: “Deve essere chiaro che l’interlocuzione con Breda Menarinibus e Mediterranea Autobus è da oggi una mia prerogativa esclusiva, anche e soprattutto con riferimento ai contenuti dell’ordine del servizio”.

Conte spiega ancora: “Mettere in strada 24 autobus piuttosto che 16 è un segnale di impegno da parte dell’Atm, nonostante l’assenza di contributi per onorare il debito con la Breda. Ma rimangono sempre numeri “poverini”. Siamo alla metà dei livelli minimali di un servizio decente. Dovremmo mettere in strada almeno 45 autobus, che sempre pochi sarebbero ma servirebbero a garantire almeno un autobus per ogni linea. Consideriamo che il progetto di Innova Bic prevede 80 autobus quotidianamente in strada e 20 di riserva”.

Una precisazione, infine, sulla vicenda del mancato servizio da parte degli scuola bus: “I nostri scuola bus – conclude Conte – sono in perfetto ordine allineati nel piazzale e pronti a svolgere il servizio ma il dipartimento per la Pubblica Istruzione non ha rinnovato la convenzione che era in atto dal 2006. E’ chiaro che, senza un corrispettivo, i bus non possono funzionare altrimenti si approfondisce il buco finanziario. La sola tranvia, che costa tra i 5 e i 5 milioni e mezzo all’anno, è andata su rotaia fino al 2010 senza mai finanziamenti. Non bisogna mai fare uscire un mezzo, senza un adeguato corrispettivo economico”.

(Marco Ipsale)