Fratelli indigenti e malati mentre la sorella intascava le loro pensioni: sottratti 220.000 euro

Una coppia di fratelli, afflitti da gravi problemi psichici e per di più costretti a vivere nell’assoluta indigenza. Eppure percepivano poco più di mille euro al mese di pensione. Il problema è che la delega a riscuotere le somme ce l’aveva una sorella maggiore che per quasi vent’anni si è impossessata di 220.000 euro, disinteressandosi del tutto della sorte dei due congiunti. Dopo le indagini dei Carabinieri il sostituto procuratore Camillo Falvo ha inviato l’avviso di chiusura delle indagini alla 62enne di Camaro San Paolo, con l’ipotesi di reato di peculato ed abbandono d’incapace e ad un amico di famiglia di 50 anni, abitanti in via Noviziato al quale viene contestato il peculato.
La nuova storia di miseria e di sfruttamento di persone più deboli giunge da Camaro San Paolo. La 62enne era stata nominata amministratore di sostegno del fratello e tutore della sorella per via delle loro condizioni di salute. Il primo, infatti, è affetto da schizofrenia paranoide con ritardo mentale, la seconda è stata dichiarata interdetta per alcune gravi malattie. I due, come hanno accertato le perizie mediche, sono del tutto incapaci di provvedere alle proprie necessità ma la sorella non si è mai occupata della loro sorte. L’unica preoccupazione, secondo gli inquirenti, era la riscossione delle pensioni che la donna faceva confluire in alcuni libretti di risparmio. Fratello e sorella vivevano in un ambiente insalubre, una casa popolare con finestre rotte, perdita d’acqua dalle tubature e senza servizi igienici, sprovvisti di riscaldamento ed acqua calda. Una situazione disperata tanto che i vicini di casa hanno presentato un esposto – denuncia per segnalare le drammatiche condizioni igieniche in cui i due vivevano. Uno stato di povertà assoluta eppure il fratello percepisce una pensione d’invalidità di 261 euro al mese e quella di reversibilità dei genitori di 563 euro mensili. La sorella invece percepisce una pensione d’invalidità civile di 261 euro. Complessivamente poco più di 1000 euro che però la sorella maggiore e l’amico di famiglia dirottavano sui loro conti mentre i due fratelli erano costretti a frequentare la mensa dei poveri ed a chiedere l’elemosina per le piccole necessità, sporchi e con abiti e corpi infestati dai pidocchi. Su richiesta del sostituto procuratore Camillo Falvo il gup Massimiliano Micali ha disposto il sequestro dei libretti sui quali sono state depositati i soldi provenienti dalle pensioni. Cifre ritenute sproporzionate dagli inquirenti rispetto ai modesti redditi percepiti dagli indagati e dai loro familiari.