Processo Bilancio, cade l’accusa di abuso ma vanno tutti a giudizio per falso

Saranno i giudici di primo grado a stabilire se ci sono reati nella gestione finanziaria del Comune di Messina, o meglio se ci sono condotte dolose a carico di dirigenti di settore, giunta o sindaco che esitarono i bilanci, malgrado le criticità e i rilievi della Corte dei Conti. Il processo per persone comincerà il prossimo 19 maggio davanti la I sezione penale. Lo ha deciso oggi pomeriggio il Giudice per l’Udienza preliminare Tiziana Leanza, al termine di una camera di consiglio durata circa ore. Il GUP ha rinviato a giudizio tutti gli indagati. Alcuni di loro arriveranno però al processo con un “carico” più leggero rispetto alle accuse contestate inizialmente, visto che il Gup ha cassato l’accusa di abuso d’ufficio e disposto ulteriori proscioglimenti parziali Sarà incentrato sulla contestazione di falso ideologico, quindi, il vaglio processuale della vicenda. E il processo non si annuncia né breve né semplice, anche alla luce dei proscioglimenti disposti oggi.

Tutti, comunque, malgrado gli sgravi, si troveranno sul banco degli imputati. Il Giudice ha deciso l’assoluzione perché il fatto non sussiste in relazione all’accusa di abuso d’ufficio, si diceva, contestata praticamente a tutti. Ha assolto Diane Litrico, l’ex assessore Giuseppe Isgrò, Domenico Maesano, Roberto Aricò e Domenico Donato da altre due contestazioni di abuso d’ufficio, una delle quali contestate anche al ragioniere generale Ferdinando Coglitore e al sindaco Giuseppe Buzzanca per i quali invece una delle due contestazioni resta in piedi. Sono entrambi stati prosciolti però dall’accusa di aver attestato l’adesione al patto di stabilità, assodato che invece il Comune aveva invece attestato la mancata adesione.

Processo in primavera, quindi, per Francesco Aiello, il segretario comunale Santi Alligo, Antonio Amato, Aricò, Attilio Camaioni, Coglitore, Giovanni Di Leo, Donato, Carmelo Famà, Carmelo Giardina, Litrico, Domenico Manna, Giuseppe Mauro, Giuseppe Puglisi, Vincenzo Schiera, Dario Zaccone, Maesano, Giancarlo Panzera, Filippo Ribaudo. A giudizio anche il sindaco Buzzanca appunto, e i componenti di Giunta Pinella Aliberti, Elvira Amata, Melino Capone, Dario Caroniti, Giuseppe Corvaja, Isgrò, Salvatore Magazzù, Orazio Miloro, Franco Mondello, Giorgio Muscolino, Giuseppe Rao, Carmelo Santalco, Gianfranco Scoglio, Roberto Sparso.

Tutte le cariche si riferiscono all’epoca dei fatti. L’unico ancora in servizio nello stesso ruolo è il revisore dei conti Zaccone.

Sarà un processo senza parti civili: aveva chiesto di potersi costituire l'avvocato Cucinotta, creditore del Comune per una lunga serie di parcelle, ma il giudice non lo ha ammesso. Non ha neppure chiesto di potersi costituire,invece, il Comune di Messina

Hanno difeso gli avvocati Favazzo, Giannone, Scillia, Polto, Scurria, Vinci Olivo, Parisi, Turiano,Giannetto, Scoglio, Autru Riolo, Strangi, Giacobbe.

L'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Antonio Carchietti, è partita dai rilievi della magistratura contabile e si è avvalsa del lavoro per super consulente ministeriale Vito Tatò, che si è concentrato soprattutto sulla mancata iscrizione dei debiti fuori bilancio e sul corposo capitolo dei crediti non realmente esigibili. In ultima battuta la Procura ha disposto anche l'intercettazione di una decina di indagati.

(Alessandra Serio)