I sindacati calabresi: “La situazione del porto di Gioia Tauro è drammatica”

"La situazione relativa al porto di Gioia Tauro è drammatica". Ad affermarlo sono le segreterie regionali calabresi e territoriali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl, le Rsa e i componenti dei direttivi, che chiedono un tavolo nazionale permanente insieme al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ed ai ministeri interessati.

"Non possiamo piu’ attendere ulteriori ritardi – scrivono – e chiediamo l'attuazione delle misure indispensabili per invertire il processo di grave difficolta’ di tutta l’area portuale. Per farlo servono: interventi immediati per attrarre merci ed investimenti finalizzati al rilancio del porto, dell’area industriale ed allo sviluppo dell’intero territorio; l’attivazione del progetto “gateway”, un terminal intermodale (nave /ferro /gomma per non far rimanere il porto solo ed esclusivamente transhipment; l’istituzione della Zes, l’abbattimento delle tasse di ancoraggio, la riduzione delle accise sui carburanti ed energia, la riduzione dei costi relativi alle concessioni per le aziende in crisi (interventi necessari per la competitività del sito e dell’aria portuale), il mantenimento degli attuali livelli occupazionali nelle unità produttive, al fine di evitare trasferimenti in altre realtà".

Sono tutti i motivi che hanno indotto i sindacati a organizzare la manifestazione unitaria "Noi ci crediamo", che si terrà venerdì 30 ottobre, partendo dalla rotonda ex quadrivio Sbaglia con raduno alle ore 9 ed inizio corteo alle ore 10, che sfilerà per le vie del centro di Gioia Tauro fino a piazza dell’Incontro, dove si terra un confronto sulle problematiche per il rilancio di tutto il sistema portuale, retro-portuale e di conseguenza tutta l’economia del territorio.

"È di fondamentale importanza la partecipazione di tutte le Istituzioni, le forze politiche, le associazioni – concludono i sindacati – per dimostrare la vicinanza a tutti i lavoratori presenti con le loro famiglie. Schieriamoci al loro fianco in questa battaglia di civiltà, di legalità, per poter vivere onestamente del proprio lavoro".