Quando l’inciviltà la fa da… padrone. Le deiezioni canine non raccolte

Controlli, repressione, tolleranza zero. Il consigliere comunale Libero Gioveni si appella all’amministrazione comunale per porre rimedio a un fenomeno che deturpa l’ambiente. “Si contano ormai nelle dita di una mano – denuncia il consigliere – le strade e i marciapiedi cittadini che risultano indenni da quello che ormai è diventato il classico habitué di tanti proprietari di animali domestici, la cui inciviltà è talmente palpabile che sembra quasi provino gusto ad imbrattare di feci canine le vie cittadine”.

Negli anni, poco è stato fatto per contrastare quest’inciviltà. “Quanto meno nelle intenzioni – ricorda Gioveni – solo l’ex sindaco Buzzanca sembrò avesse preso a cuore all’inizio del suo mandato la battaglia contro gli imbrattatori attraverso l’ordinanza emessa il 19 settembre 2008 che prevedeva, ed essendo ancora vigente prevede, misure severe (multe fino a 516 euro) contro i trasgressori”.

Un’ordinanza che, però, è stata poco applicata. In un primo momento furono installati anche dei contenitori rossi, con all’interno dei sacchetti, attaccati ai pali cittadini, per fungere da supporto ai “padroni” di cani distratti. Ben presto, sono stati trasformati in contenitori dei rifiuti mai svuotati.

“Da allora ad oggi – chiede Gioveni – quanti controlli sono stati effettuati? Quante multe sono state emesse?”.

Adesso il consigliere propone tre possibili soluzioni per reprimere o, quantomeno, ridurre drasticamente l’annoso problema:

1. Affidare (con nuova e apposita ordinanza come ha fatto in passato anche qualche altro Comune) anche agli ausiliari del traffico impegnati nelle aree della Ztl le competenze di vigilanza, controllo e repressione sul territorio, sostenendo così i vigili urbani in questo compito;

2. Intraprendere una massiccia campagna di sensibilizzazione in città, attraverso l’affissione di manifesti o la distribuzione di volantini, tendenti ad incentivare l’uso della paletta e del sacchetto, collocando anche nei marciapiedi appositi kit;

3. Stipulare delle convenzioni con quelle associazioni che si prefiggono da statuto la salvaguardia dell’ambiente (come ha già fatto in passato qualche Comune della Provincia), al fine di rendere più efficace l’azione di monitoraggio e repressione sul territorio.