Gianfranco Scoglio: “Città Metropolitane, dall’utopia ad un patto per lo sviluppo”

La lodevole iniziativa del Governo Nazionale è finalizzata a superare le problematiche che ad oggi hanno impedito l’utilizzo dei fondi europei, i quali non dimentichiamolo mai, vengono restituiti allo Stato dall’Unione Europea per politiche di crescita ed innovazione di quei territori, tra i quali la Regione Sicilia, rientranti nell’obiettivo convergenza. La finalità è quella di innalzarne il grado di competitività e superare la povertà, la conseguente esclusione sociale ed invertire la crescita di un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa.

In quest’ottica i Comuni della Città Metropolitana di Messina devono dimostrare di essere capaci , con uno scatto di orgoglio, di condividere politiche culturali, amministrative e legislative per la lo sviluppo sociale ed economico di un area vasta e connotata da forti differenziazioni.Non servono divisioni o primogeniture ma la comprensione che il bene comune è quello del benessere della collettività e di un offerta qualificata di servizi. L’incompletezza di una pessima legge regionale non può e non deve rappresentare un ostacolo, o peggio motivo di divisione, perché sprecare questa occasione significa precludere alle presenti ed alle future generazioni l’unica concreta opportunità di un futuro migliore riavvicinandole ai valori ispiratori dell’azione politica ed alla partecipazione alla vita sociale.

Solo così la fiducia potrà superare la rassegnazione che sembra non abbandonare più la collettività di uno dei territori più belli e ricchi di risorse qual è la nostra Provincia. I Comuni in tutti questi anni hanno dimostrato di essere stati capaci di saper passare dalla logica dell’improvvisazione a quello della programmazione strategica investendo in piani strategici, programmi e risorse umane.

I loro sforzi da un lato sono stati apprezzati e valutati positivamente dalla Comunità Europea e dall’altro vanificati da un azione miope della politica regionale sottesa più a dividere che ad unire.

Oggi più che mai bisogna saper mettere a rete le esperienze maturate e costruire insieme un modello credibile di pianificazione unitaria coerente con le linee guida della Comunità Europea e dei Governi Nazionali e Regionali. Vanificare tale lavoro o peggio ignorarlo può portare ad un solo risultato quello di emarginare definitivamente la Città Metropolitana di Messina isolandola dalle altre Città Metropolitane Siciliane.

E’ necessario quindi colmare il ruolo normativo innanzitutto individuando una Governance capace di fare sentire tutti gli attori protagonisti e non semplici comparse di un progetto subito o peggio deciso nelle segrete stanze. In quest’ottica il Sindaco di Messina deve dimostrare di essere capace di coinvolgere tutti i Comuni della Città Metropolitana senza primogeniture, con umiltà affiancando in quest’ opera il Commissario dell’ Amministrazione Provinciale di Messina. Va ritrovato uno spirito costruttivo capace di istituire una Cabina di Regia in cui siano partecipi tutti i rappresentanti delle coalizioni degli enti locali che hanno lavorato insieme con i Piani Territoriali Integrati o con rappresentati dagli stessi designati ed attivare gli uffici tecnici di coalizione le cui risorse umane hanno imparato le difficili tecniche di gestione e rendicontazione dei fondi comunitari per assistere la cabina di regia nel difficile compito di scegliere una strategia condivisa coerente con gli assi e le misure della programmazione comunitaria , statale e regionale.

Il ruolo della Città di Messina all’interno dell’area vasta deve essere quello di saper creare le condizioni affinchè finalmente la città sappia acquisire una connotazione di territorio direzionale per l’intero territorio metropolitano in termini di servizi di alta specializzazione utili ad uno sviluppo condiviso.

Le reti Universitarie, sociali, culturali ed il confronto con le associazioni portatrici di interessi collettivi devono costituire quell’assemblea partecipata capace di indirizzare le scelte e le politiche condivise ed impegni certi per la loro attuazione. Non serve un improbabile elenco di progetti scoordinati ma l’unità di un percorso condiviso per avviare una reale costituzione del territorio metropolitano che non è possibile disegnare con legge ma attraverso le reali funzioni esercitate. La gestione unitaria delle risorse e la stipula di un Patto territoriale per lo sviluppo eviterà il frazionamento delle medesime, la concorrenza tra comuni e soprattutto determinerà quale positiva azione la crescita del P.I.L. e della competitività dei territori.

Occorre superare la logica del finanziamento pubblico finalizzato alla sola realizzazione di singole infrastrutture utili ad una sola parte del territorio, scegliendo quelle capaci di aumentare la competitività dell’ intero territorio coinvolgendo le risorse private ed i fondi di investimento in progetti capaci di determinare un interesse dei mercati per la gestione di iniziative con ciò creando reale occupazione.

La Città di Messina deve finalmente essere capace di trasformarsi da città degli approdi in città dei servizi nel campo dell’alta formazione e dell’eccellenza a servizio dell’intero territorio metropolitano.

La città non deve essere vista come un competitor che con il proprio parco progetti vuole assorbire tutte le risorse ma quale ente locale capace di saper mettere in atto le strategie condivise per uno sviluppo territoriale di area vasta. In quest’ottica come indicato dal Piano Strategico Messina2020 e dalle pianificazioni strategiche degli altri enti locali, vanno puntualmente indicate in via prioritaria le strategie nel campo dei trasporti per unire e potenziare le reti territoriali. Il completamento del Porto di Tremestieri, in parte già finanziato, ma per i ritardi atavici oggi necessario di risorse aggiuntive, deve rappresentare una priorità insieme alla logistica ed alla distribuzione commerciale per l’intero territorio metropolitano unitamente alla via del mare. La realizzazione di un hub trasportistico della città per il continente e per le isole Eolie, unitamente alla portualità turistica ed alle reti per il diportismo costituiscono una risorsa per l’intero territorio. Politiche di integrazioni tariffarie capaci di abbattere i costi del trasporto pubblico che impediscono la competitività dei ns. territori ai fini dello sviluppo turistico sono oggi obiettivo comune della Città Metropolitana. Al pari delle infrastrutture per l’ accoglienza e la ricettività nodali per qualunque sviluppo turistico.L’individuazione di grandi eventi sportivi, culturali e sociali rappresentano un progetto condiviso che unisce i Comuni costieri con quelli montani. Il saper ripensare le politiche agricole per la prevenzione del dissesto idrogeologico, il recupero dei territori abbandonati e la distribuzione dei prodotti locali di qualità provenienti dai Nebrodi e dall’intera Provincia costituiscono un enorme risorsa per la Città Metropolitana. Servizi di eccellenza quali la banda larga e la digitalizzazione, il polo tecnologico per le imprese nei settori delle tecniche per il dissesto idrogeologico, l’agroalimentare, le tecniche costruttive e la cantieristica, la Cittadella e la logistica della Giustizia sono una risorsa condivisa. Le reti di eccellenza universitaria, sanitaria, sociale e religiosa rappresentano un enorme patrimonio per l’intero territorio metropolitano e necessitano di un sistema condiviso per le residenze degli studenti, ricercatori, anziani, giovani e diversamente abili.

Il recupero dei centri montani e collinari, una rete di distribuzione dei prodotti locali, il marketing ed il commercio sono poi i settori che hanno connotato lo sviluppo dei nostri territori.

Ecco perché sarebbe delittuoso puntare oggi su un mero elenco della spesa scoordinato dalle politiche territoriali che ad oggi i Sindaci sono stati capaci di coordinare anche con politiche integrate dei servizi pubblici locali. Occorre utilizzare lo strumento del masterplan e del Patto per lo sviluppo pensando nell’ottica dei servizi sovracomunali capaci di costituire un plusvalore rispetto alle politiche locali puntando anche alla realizzazione di Zone Franche Urbane tematiche con agevolazioni fiscali necessarie per rendere appetibili agli imprenditori i ns. territori puntando sull’eccellenza e sull’alta qualità.

Il Patto territoriale è lo strumento per superare anche le problematiche urbanistiche dei singoli Comuni e per l’individuazione di procedure speciali che garantiscano l’accelerazione dei percorsi amministrativi e la realizzazione anche di strutture unitarie per l’attuazione dei programmi.

Queste sono solo alcune delle possibili strategie che il territorio ha la responsabilità sociale di dover sviluppare e che se come annunciato dal Governo saranno accompagnate anche dalla ripresa delle procedure per il Ponte sullo Stretto potranno essere credibili per gli investitori.

Gianfranco Scoglio