Nuovo capitolo della guerra fredda tra Prefetto e Sindaco. Trotta rispedisce al Comune la richiesta di tavolo tecnico

La cartella esattoriale a sei zeri che ancora pende sulla testa di Messinambiente rischia di diventare nuovo terreno di scontro a distanza tra Comune e Prefettura. Una guerra fredda che ormai da mesi si gioca a suon di note e bacchettate che partono come siluri dal Palazzo del Governo per colpire l’amministrazione Accorinti. Stavolta però nessun richiamo o affondo com’era accaduto in tanti altri casi, dalla gestione dei minori migranti al caso Vara. Stavolta il Prefetto Stefano Trotta ha deciso di lasciare tutto nelle mani del primo cittadino, come a dire “risolvetevela in famiglia”. E a finire in mezzo è il liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò che di certo non si aspettava questa risposta.

Ma facciamo un passo indietro per ricordare cos’era accaduto pochissimi giorni fa. Mercoledì mattina la Serit ha recapitato a Messinambiente una cartella esattoriale con un pignoramento da 29 milioni di euro per conto dell’Agenzia delle Entrate. Un vero terremoto per la società di via Dogali che si è ritrovata a fare i conti con i suoi debiti milionari e con il rischio di un pignoramento che farebbe saltare praticamente subito il servizio di raccolta rifiuti. Un terremoto che si è avvertito inevitabilmente anche a Palazzo Zanca, dove per l’intera giornata si è cercato di capire cosa stesse accadendo, pensando soprattutto al Piano di riequilibrio. Amministrazione e governance di Messinambiente non sono rimasti con le mani in mano e all’indomani mattina si sono presentati all’Agenzia delle Entrate per provare trovare una soluzione meno devastante per la società e di conseguenza per la città. Il liquidatore di Messinambiente però aveva provato a compiere anche un altro passo: coinvolgere nella questione il Prefetto. Giovanni Calabrò giovedì mattina aveva scritto a Trotta per chiedere di aprire un tavolo tecnico con tutti gli attori della vicenda per definire sotto l’egida della Prefettura il percorso per scongiurare al massimo le conseguenze che potrebbero derivare da un pignoramento così ingente. Calabrò aveva pensato di chiedere aiuto al Prefetto anche per metterlo al corrente di una situazione che potrebbe creare seri problemi di ordine e igiene pubblici. Ma quella nota è rimasta poco sui tavoli di Trotta. Il Prefetto, infatti, una volta ricevuto il documento siglato dal liquidatore di Messinambiente lo ha girato a sua volta al sindaco. Come se nulla fosse, come se il sindaco non conoscesse la questione, il Prefetto lo ha di fatto ufficialmente informato e senza aggiungere altro ha lasciato la patata bollente nelle sue mani.
A raccontare con un po’ di amarezza tutta la vicenda è direttamente il liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò che, senza aggiungere commenti e valutazioni all’accaduto, non riesce a nascondere un po’ di disagio per essere finito in mezzo a quella che è ormai una guerra fredda istituzionale. A questo punto è quasi certo che non ci sarà alcun tavolo tecnico, ma la cartella esattoriale c’è e dev’essere affrontata. Messinambiente ha già recapitato la richiesta di sospensiva, nel giro di pochissimi giorni l’Agenzia delle Entrate dovrà esaminare la richiesta e decidere se accoglierla. Alla base di tutto c’è il Piano di riequilibrio che prevede la copertura per questo maxi debito, amministrazione comunale e Messinambiente stanno chiedendo di congelare tutto fino a quando non arriverà il parere del Ministero.

I problemi però non finiscono qui perché nel frattempo si avvicina la scadenza dell’ordinanza che autorizza lo stoccaggio dei rifiuti alla piattaforma di Pace e già nel giro di due giorni, senza ordinanza, Messinambiente dovrebbe smettere di stoccare la spazzatura a Pace in attesa di trasportarla in discarica. Ieri il liquidatore Calabrò era a Palazzo Zanca insieme all’assessore Daniele Ialacqua per capire cosa intende fare l’amministrazione con la piattaforma. Come ha anche ha ricordato la Federazione dei Verdi, che non ha esitato a denunciare alcune anomalie nella gestione del sito, fino ad oggi la piattaforma è stata utilizzata come sito di stoccaggio temporaneo grazie a continue ordinanze ex art. 191 D.Lgs. 152/2006 siglate dal sindaco Accorinti. In teoria il sindaco non potrebbe più rinnovare questo tipo di ordinanza perché sono trascorsi i 18 mesi di utilizzo previsti per lo strumento ex art. 191, visto che la primissima ordinanza risale all’aprile 2014. Ieri a Palazzo Zanca è stata valutata anche l’ipotesi di chiedere l’intervento della Regione, per Messinambiente la piattaforma è necessaria, l’alternativa sarà lasciare i rifiuti che oggi si stoccano a Pace direttamente per strada, in attesa di poterli mettere tutti sui mezzi che si dirigono a Motta S. Anastasia. Insomma, ogni giorno è un nuovo problema. E cercare soluzioni sembra sempre un terno al lotto.

Francesca Stornante