Controlli anti-evasione a Taormina. Carpita: “Serve moderazione”

Sì ai controlli del Fisco, senza però scoraggiare gli imprenditori. La pensa così Andrea Carpita, assessore di Taormina, che ha commentato la maxi operazione delle Agenzia delle Entrate che nel week end scorso ha riguardato le località balneari più famose. Nel mirino del Fisco sono finiti tre centri siciliani, Catania, Cefalù e Taormina.

Trovo giusti i controlli dell'agenzia delle entrate – ha commentato Carpita all’Adnkronos-. Certo, se fossero ripetuti e continuati, e magari svolti durante l’orario di servizio, potrebbero in certo senso bloccare l'andamento del lavoro”.

Il neo assessore al Bilancio della Perla dello Jonio, subentrato nei giorni scorsi a Bruno De Vita, è d’accordo ma con moderazione. Le ispezioni negli orari di punta possono rappresentare un “colpo basso” per gli imprenditori taorminesi che vivono già un periodo non facile. D’altra parte la lotta all’evasione fiscale si intensifica con i flussi turistici. “Per quanto giusti, questi controlli, in una fase di grande crisi economicaprosegue Carpitapotrebbero per così dire impaurire e forse scoraggiare tutti quegli imprenditori che volessero investire a Taormina”.

L’Agenzia delle Entrate fa sapere che “gli esercizi oggetto della maxi operazione sono stati selezionati dopo una “preventiva e approfondita attività di analisi del rischio” basata su elementi informativi presenti in anagrafe tributaria e sulla conoscenza del territorio che hanno fatto emergere anomalie e assenza di controlli”. E la Sicilia, dopo tutto, è stata la regione più “graziata” con solo 5 esercizi commerciali tra Catania, Cefalù e Taormina passati al vaglio del Fisco. A Capri 15 esercizi, a Portofino e Santa Margherita Ligure 10 locali, a Porto Cervo e Porto Rotondo 14. A Iesolo e Sottomarina di Chioggia in Veneto i controlli hanno riguardato 26 esercizi. Il picco massimo di controlli c’è stato in Puglia con 36 locali sotto osservazione.

Giusy Briguglio