Quelle che…e quelli che sono complici. Propongo una class action per danno erariale

Più leggo le inchieste di Mafia Capitale & affini sui mille rivoli della corruzione e più mi convinco che se siamo un Paese sempre più povero e di disoccupati è anche perché uno sparuto branco di lupi affamati si è sbranato tutto. Ma quel che mi fa proprio arrabbiare leggendo le intercettazioni delle inchieste è la figura delle donne. Riporto di seguito alcune chicche tratte da diverse indagini.

Da Mafia Capitale, tra i dialoghi di altissimo profilo e profondità sui massimi sistemi (…!) tra Buzzi e la combriccola che si è mangiata mezza Roma eccone una:

FF- Senti, te devo da’ un nominativo, me lo devi fa’ però

Buzzi: pè cosa? Che te devo fa?

FF: eeh… pe’ ‘na ragazza

Buzzi-S: se… se è una zoccola la pigliamo subito (ride)

FF: se è zoccola la fai diventare zoccola, che sarà… (ridono – inc.) se poi dici <an vedi che tette questa, che ce faccio”

Il seguito è la nota storia della “mucca che deve mangià”. Ma c’è un seguito, eccolo nella seguente intercettazione che vede Buzzi trasformato in Babbo Natale hard.

Buzzi: a te e al nano v’ho fatto un grande regalo

RR: che c’hai fatto?

Buzzi: allora, abbiamo preso a lavora’ alla raccolta differenziata una fica da paura! Uno e settanta, du’ zinne! Bellissima, ventisei anni

RR: e ma dove? Me la mandi qua da… da me? Da noi qua?

Buzzi: si, si, da te, da te, da te la mando, da te

RR: grande, lo ve’, finalmente ci pensi, se non ci pensi tu, guarda, a noi non ci pensa nessuno.

Che carino questo Buzzi che pensa ai “bisogni” dei suoi con i soldi nostri e specifica pure che la tizia gliel’ha segnalata un politico, che in cambio sarà “altrettanto carino” con la coop. Sempre con i soldi nostri. Ma non è finita. Un funzionario romano, per favorire l’aggiudicazione di una serie di gare, fa le sue richieste: “Altamura piglia i soldi”, dice Buzzi a Carminati e si accontenta dell’assunzione di sue due nipoti gemelle. C’è un particolare, le gemelle “sono completamente senza esperienza” dice Buzzi. Ma questo non è un problema, infatti manda un sms ad Altamura: “Viste le gemelle, ok per entrambe, Ilenia su casa famiglia per detenuti e Giorgia su emergenza abitativa”.

Ma le chicche continuano in altre zone d’Italia. Nell’inchiesta per induzione indebita che vede coinvolto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni spunta il nome di una sua collaboratrice, Maria Grazia Paturzo, che secondo gli inquirenti è legata da una “relazione affettiva” con il politico. In particolare la Paturzio si sarebbe autonomamente fissato il compenso da oltre 60 mila euro per un incarico all’Expo. La collaboratrice ha già lavorato per Maroni alla Regione ed intercettata al telefono con la sorella dice: “sto producendo una relazione da inviare alla società (ridendo) non ho fatto un cazzo, non so che metterci dentro, incredibile, loro la devono firmare e basta”. La società è l’Eupolis, è una partecipata della Regione e si occupa di ricerca Formazione. La signorina che non sa cosa mettere nel curriculum è stata assunta alla misera cifra di 5 mila 417 euro mensili (pensate se avesse saputo fare qualcosa, sai che stipendio…). Quando scatta l’inchiesta e spunta anche la consulenza con i 60-65 mila euro fissati autonomamente dalla stessa Paturzo la ragazza dice alla madre di “essere stanca di essere legata ad una persona per lavorare”.

Nell’inchiesta che ha portato alla richiesta di arresto per il senatore Azzolini per la vicenda della bancarotta della Casa della divina provvidenza di Bisceglie, tra le spese spunta l’assunzione dell’amante del dg, ex prostituta serba, per 2.200 euro al mese come addetta stampa.

Sono darwiniana e credo nell’evoluzione della specie e se siamo usciti dalle caverne ed inventato il fuoco possiamo riuscire a farcela prima o poi….Ma decenni di battaglie per le pari opportunità si trasformano spesso in autogol, o partoriscono ipocrisie epocali come le quote rosa o la doppia preferenza di genere. Entrambe le cose, pensate per dare pari opportunità si sono trasformate nel peggiore degli strumenti. La sostanza è che ci sono sempre quellecherovinanolacategoria e mandano in fumo qualsiasi battaglia. E lo fanno grazie alla complicità degli uomini. Nei casi finiti nelle intercettazioni ci sono donne che NON SANNO FARE NIENTE ma vengono assunte con i soldi pubblici per motivi che sono fin troppo eloquenti nel linguaggio da caserma utilizzato. Questo fatto umilia tutte noi, perché quelle donne che non sanno fare niente rubano il posto a decine di donne che sanno fare tutto, pure più di Buzzi, Maroni e Azzolini messi assieme. Ci sono quellecherubano la nostra dignità, competenza, lotta e quellichesonocomplici. A pagare queste pari opportunità sul lavoro siamo noi italiani perché la tizia con due zinne così, il regalo di Buzzi ai suoi amici è pagata con i nostri soldi, è una mazzetta di carne e rossetto. L’amante ex prostituta assunta come addetta stampa alla Casa della divina provvidenza (e ci sarebbe da ironizzare per ore su questa storia) è pagata con i nostri soldi, e i 5 mila euro al mese per l’amica di Maroni che non sapeva cosa scrivere nel curriculum ed anche se vi avesse scritto “osservatrice delle lumache quando piove” l’avrebbero assunta, è una mazzetta in carne ed ossa.

Faccio parte di quella categoria di donne che paga due volte le conseguenze di “quelle che..”. La prima volta: una donna che è capace deve combattere mille volte più di un uomo per dimostrarlo, con la consapevolezza che non arriverà mai allo stesso posto e che dovrà combattere finché crepa. La seconda volta perché quelle che ci rubano il posto sviliscono l’immagine delle donne. Ci vedono tutte così e se per caso arrivi dopo immani sacrifici non lo riconosceranno mai, dovranno per forza affibbiarti un “tutor” (per dirla oxfordianamente) e non ti prenderanno mai sul serio. Quando si assumono quelle che non sanno fare niente si sorvola su questo dettaglio. Ma c’è un doppio danno all’erario perché qualcuno che sappia fare quel che loro non sanno fare devi assumerlo. C’è un danno erariale. Servirebbe una Corte dei Conti ad hoc. A nome di quellechesannofare ma non hanno il tutor e non lo vogliono neanche morte chiederei il risarcimento per danni all’immagine. Tutto questo accade perché nelle stanze dei bottoni ci sono gli uomini, perché se ci fossero le donne, quelle capaci e intelligenti, non assumerebbero il toy boy come addetto stampa o consulente per lo studio delle carrube. Ci uscirebbero la sera a cena pagandola con i soldi propri e a quel posto chiamerebbero un/una professionista. Quindi cara signora Paturzo comprendo quanto lei sia stanca, come dice a sua madre “ di essere legata a un uomo per poter lavorare”, si figuri quanto siamo stanche noi di dover combattere il triplo e non trovare lavoro a causa di quelle come lei che non sanno cosa mettere nel curriculum, quanto siamo disgustate che i nostri curricula pieni di titoli e sudore non valgono niente di fronte a “du’ zinne così”, quanto siamo schifate di queste mazzette viventi che ci rovinano l’immagine, devastano il mercato e rendono le strade tutte in salita. Pensi lei quanto siamo stanche di dover piangere davanti ad un curriculum che nessuno legge e mai e poi mai ci farà avere una consulenza da 65 mila euro l’anno senza dover far niente “se non “lavorare” per un politico….

Firmato quellechesannofare.

E poi dici che una non si deve arrabbiare…

Rosaria Brancato