cronaca

Medico sospeso a Messina: “La realtà è un’altra”

E’ il 13 settembre il giorno fissato per il confronto tra il giudice e il primario di urologia del Papardo sospeso per un anno dopo le indagini della Guardia di Finanza. Lunedì prossimo Francesco Mastroeni si presenterà davanti al Giudice per le indagini preliminari, Monica Marino, e deciderà se sottoporsi all’interrogatorio di garanzia o avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma le dichiarazioni del suo difensore, l’avvocato Bonaventura Candido, lasciano pensare che il dottore abbia voglia di raccontare la sua versione dei fatti.

bonaventura candido

“Il compendio dell’attività investigativa è particolarmente corposo e non mi consente di dare giudizi affrettati e parziali – premette il legale, che però aggiunge – Allo stato mi limito a rilevare che alcuni rilevanti elementi a favore del mio assistito, già acquisiti agli atti, non sono stati adeguatamente valorizzati. Lo faremo noi in sede di interrogatorio di garanzia e probabilmente anche innanzi al Tribunale del Riesame”.

Insomma secondo il legale i fatti sarebbero andati diversamente e alcuni elementi già della stessa inchiesta ne rendono conto, Mastroeni si difenderà dall’accusa di peculato.

Secondo la Procura di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, i fatti sono invece contro di lui, tanto che la magistratura aveva chiesto che andasse agli arresti domiciliari e che gli venissero sequestrati beni e denaro fino ad 80 mila euro. Ma il Gip Marino ha detto no e lo ha soltanto sospeso per un anno.

Contro di lui, secondo gli investigatori, ci sono le intercettazioni telefoniche ma soprattutto le testimonianze dei pazienti, che hanno confermato ai finanzieri, guidati dal comandante Emanuele Camerota, di aver pagato tra le 80 e le 150 euro al professor Mastroeni, in contanti e senza ricevuta, per alcune delle visite in ospedale.