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Mediterranei Invisibili, la svolta dei centri jonici: “Basta con i campanilismi”

ROCCALUMERA – Si è concluso il viaggio siciliano di “Mediterranei Invisibili – Viaggio sullo Stretto”, un progetto ideato dall’architetto di fama internazionale Alfonso Femia con il giornalista televisivo Giorgio Tartaro L’idea è quella di immaginare che la mappa mentale, urbana, politica e intellettuale dell’Italia e dell’Europa post Covid si costruisca anche a partire dai “Mediterranei Invisibili” del nostro Sud, affrancandolo dagli stereotipi che ancora lo avviliscono e mettendone in evidenza l’eccellenza ambientale, geografica e di pensiero.

Gli organizzato di questa terza edizione hanno scelto di viaggiare nella riviera jonica, e in particolare nel territorio dei comuni della Valle del Dinarini (Roccalumera, Furci, Pagliara e Mandanici) e della Valle del Nisi (Nizza, Fiumedinisi, Alì e Alì Terme) che stanno costruendo dei legami comuni con dei progetti di respiro comprensoriali.

Nella cornice dell’Antica Filanda di Roccalumera, fabbrica dismessa per la lavorazione della seta, oggi restaurata e trasformata in centro culturale, si è svolta lo scorso venerdì la prima serata del “talk” (nella foto). Protagonisti sono stati i sindaci e gli assessori alla cultura dei centri interessati, i quali hanno raccontato quanto da anni si stia lavorando sull’identità e appartenenza di questi luoghi e sul suo rilancio economico attraverso azioni di valorizzazione del territorio, sia capillarmente sia in una visione comune e unitaria di questa area “invisibile” a molti, tra Messina e Taormina. Gli amministratori di varie generazioni, tra i quali alcuni molto giovani, stanno lavorando insieme per dare valore al territorio che va da Capo Alì a Capo S. Alessio e spingere le nuove generazioni a trovare nei luoghi di nascita il loro futuro”. Il messaggio è chiaro: basta con campanilismi beceri.

La seconda serata si è svolta nel giardino del Castello D’Alcontres, singolare residenza fortificata affacciata sul centro storico di Nizza. Qui sono state approfondite singole esperienze di professionisti, architetti, artisti, rappresentanti di associazioni culturali. La narrazione è stata costruita sul dialogo, raccogliendo testimonianze, mettendo insieme visioni di persone autenticamente mediterranee, diverse per estrazione, età, ruolo, che condividono però l’identità del proprio territorio.

L’approfondimento dei singoli casi non è stato un mero esercizio di interesse culturale, ma la via per acquisire un’esperienza diretta che consenta di costruire proposte e sistemi di azione riproducibili. Attraverso il dialogo con sindaci, assessori, architetti e persone del luogo, “Mediterranei Invisibili – Viaggio nello Stretto” vuole tracciare una nuova geografia per la storia e lanciare una proposta di connessione dei valori del territorio sui temi concreti dell’infrastruttura, dell’agricoltura, del paesaggio, dell’architettura.