Coreografica invasione di meduse nello Stretto, si tratta della “Pelagia Noctiluca”

In questi giorni le acque dello Stretto di Messina sono sottoposte ad una vera e propria invasione di meduse, della specie Pelagia Noctiluca (la più comune nel Mediterraneo e piuttosto nota nei nostri mari). In alcune aree sono stati segnalati dei veri e propri tappeti di meduse spinti dalle intense correnti marine. Le meduse sono trasportate dalla forte corrente “Scendente” (direzione da Nord a Sud) che nelle ore precedenti ha raggiunto la parte centrale dello stretto di Messina con la massima velocità, a seguito del colmamento dell’intenso “gradiente di marea” che periodicamente si instaura tra il basso Tirreno e il mar Ionio. Proprio in questo periodo dell’anno, all’interno dello Stretto di Messina, durante la fase d’inversione delle maree fra Ionio e Tirreno, si possono osservare queste enormi scie, scientificamente definite “Bloom”, ossia grandi aggregazioni che possono arrivare a concentrazioni molto elevate, circa 600-700 individui per metro cubo. Ricordiamo che la riproduzione della Pelagia Noctiluca avviene ad inizio primavera, con la fecondazione da parte del maschio della uova espulse dagli esemplari femmina. Dalle uova fecondate si sviluppano delle larve ciliate, le Planule, che si spostano liberalmente nel mare, seguendo gli spostamenti dei venti e delle correnti marine dominanti. Le Planule si evolvono poi in piccole meduse appiattite già dotate di liquido urticante. L’individuo arriva a maturazione completa l’estate successiva. Stando alle forti correnti di marea e al sostenuto vento termico da N-NE e Nord, noto dai pescatori dello Stretto come vento “Cavaliere” o vento “Canale” (il noto Grecalotto dello stretto), questa grande scia di meduse nelle prossime ore si dovrebbe spostare verso lo Ionio, transitando davanti i litorali del messinese ionico, da Capo Scaletta fino a Capo Taormina, dove si potranno presentare temporanei “Bloom”. Buona parte di questi “Bloom” molto probabilmente si disperderanno sullo Ionio, nei prossimi giorni.

(Daniele Ingemi)