850mila euro per mettere a norma Casa Serena, entro il 7 novembre le offerte

Finalmente arrivano i bandi tanto attesi. In realtà si tratta di avvisi per gare a trattativa privata, ma in sostanza cambia poco. Da ormai un anno si discute dell’urgenza di mettere a norma Casa Serena, un anno in cui è successo di tutto e in quella struttura di Montepiselli di “sereno” è rimasto solo il nome. Gli interventi sono necessari per ottenere la certificazione dei Vigili del Fuoco e dunque, si spera, l’accreditamento regionale con l’iscrizione all’albo. Un’odissea iniziata durante l’era del Commissario Croce e che forse inizia a trovare la giusta via per il lieto fine. Il Dipartimento Manutenzioni del Comune ha suddiviso gli interventi e i relativi importi in due tipologie. La cifra disposizione ammonta a 850mila, 200mila euro serviranno per portare all’esterno le caldaie. La parte rimanente sarò impiegata per completare quei lavori che servono soprattutto per far tornare a casa tutti quegli anziani che in questi mesi sono stati trasferiti in altre strutture, proprio per dare la possibilità di effettuare questi interventi. L’attesa è stata lunga, qualcuno aveva anche avuto l’impressione che ci fosse una precisa strategia per non andare avanti sulla strada della messa in sicurezza, i bandi però adesso ci sono e sono il primo passo verso quella meta tanto agognata. Le ditte di fiducia invitate a partecipare avranno tempo fino al 7 novembre per presentare le offerte, l’appalto da 200mila euro riguarda il completamento dei lavori alle caldaie, l’altra parte sarà per l’impianto anti-incendio. Nei mesi scorsi una prima tranche di lavori era stata già avviata. Con i primi 64mila euro spesi è stato installata una parte della rete idrante antincendio e solo 9 delle 94 porte tagliafuoco previste nel progetto. Mancano ancora le 4 scale di emergenza, l’ascensore portaletti, il sistema di allarme e rilevamento incendio e il sistema parafulmini. Basterà questo per ottenere il parere positivo dei Vigili del Fuoco, immediatamente tutti gli anziani tornerebbero a vivere in quella che per mesi hanno difeso come la “loro casa”, sarebbe anche un sospiro di sollievo anche per i lavoratori che in questi giorni hanno saputo dell’avvio delle procedure di mobilità, che potrebbe tradursi in licenziamento, per esuberi. In questo momento 35 lavoratori sono considerati un’extra che la cooperativa che gestisce la struttura non può permettersi, proprio per la riduzione degli anziani. Effettuare i lavori e poter tornare a regime significherebbe davvero mettere la parola fine ad un vero e proprio incubo vissuto da anziani e operatori.

Francesca Stornante