L’Europa di oggi e di domani. Il dibattito verso l’anniversario della Conferenza di Messina

Si avvicinano le commemorazioni degli accordi che diedero vita all’Unione Europea, ma non tutti si accontentano di celebrare l’Europa così com’è. Per questo, i membri della Rap Casa Rossa di Messina, del Teatro Pinelli e del circolo Arci Thomas Sankara, hanno organizzato ieri pomeriggio, nella Sala Ovale di Palazzo Zanca un convegno dal titolo: “L’Europa di oggi e di domani” con il professore dell’Università di Messina, Giuseppe Restifo, e i giornalisti Citto Saija e Antonio Mazzeo. Un’occasione per riflettere sull’idea di Europa, su cosa sia l’UE oggi e cosa potrebbe essere con un cambiamento di rotta nella sua politica. Non si tratta di euroscetticismo, ma di spirito di critica e di analisi storico-politica, coerente con dei percorsi di vita di chi ha promosso l’evento, più sensibili all’integrazione e alla solidarietà che alle frontiere ed ai parametri economici.

Soprattutto, a dover essere recuperati, secondo lo storico Restifo, sono i principi di libertà, uguaglianza e solidarietà: “Nel secondo dopoguerra sembra abbia funzionato la dissuasione fra gli stati europei – come per la Francia e per la Germania – ma questa non è ancora pace, è non-belligeranza. La vicenda fu appena sfiorata dalla Conferenza di Messina del 1955, poi cadde, così come è caduta la questione della politica fiscale. Sul fisco si gioca la cessione di sovranità da parte degli Stati europei, che d’altronde anche su questo punto si costruirono nell’età moderna. Non tutto è andato come previsto dai liberalisti che s’incontrarono a Messina nel ’55: la nozione dell’illuminismo, su cui si è costruita la civiltà europea, a riguardo dell’uguaglianza e dei diritti, si rivela sempre più debole. Alla crisi attuale dell’idea di Europa si può rispondere soltanto con un rilancio dei principi fondamentali della libertà, eguaglianza e solidarietà socialista, che prenda forza dalla contestazione portata avanti dai popoli”.

Il professor Restifo aspira esplicitamente ad un ritorno ad un cammino “erasmiano” per l’Europa. Erasmo da Rotterdam, intellettuale e filosofo vissuto a cavallo tra il ‘400 e il ‘500 – autore, tra l’altro, del famoso “Elogio alla follia” – secondo Restifo: “può essere visto come l’incarnazione dello spirito Europeo. Il libero arbitrio, l’elogio della libertà umana. Dimenticato e osteggiato dalla Chiesa, è tornato ad essere un saldo modello per i testimoni di libertà del XX secolo, anche per il suo elogio della pace. È possibile riprendere un cammino erasmiano per l’Europa?”.

Del parallelismo tra i movimenti sociali che stanno guadagnando consensi in Europa – come “Podemos” in Spagna – e la situazione italiana – “ben lontana da quei livelli e dallo stesso spirito” – ha parlato il giornalista ed ex professore dell’Università di Messina, Citto Saija, mentre Antonio Mazzeo, oltre a porre l’attenzione sull’atteggiamento che l’Europa ha verso i migranti, giudicato sintomo di una vera e propria “guerra”, ha ricordato gli accordi del ’55 siano stati funzionali anche – e soprattutto – alla cementificazione del patto Atlantico con la Nato.