Le famiglie a reddito zero devono pagare, la proposta per i più disagiati

L’anno scolastico è iniziato tra i problemi per le condizioni strutturali delle scuole messinesi, ma questo non è l’unico problema che riguarda le scuole: resta ancora irrisolta la questione mense. Il servizio non è ancora partito e a sollevare perplessità c’è anche la scelta dell’amministrazione De Luca di far pagare la mensa a tutti, anche per chi ha reddito zero.

Era già accaduto negli anni scorsi, quando l’amministrazione Accorinti aveva introdotto la quota di 0,80 centesimi da pagare per la mensa per chi dichiarava reddito tra lo 0 e i 2 mila euro. E le polemiche furono durissime.

Oggi è il sindaco De Luca ad aver deciso che tutti devono pagare e per questo la VII commissione consiliare che si occupa di Politiche sociali e la V commissioneche invece è dedicata a Scuola e Politiche culturali, si sono riunite in seduta congiunta per esaminare il problema sotto tutti i punti di vista e confezionare una proposta alternativa che possa andare incontro a quelle famiglie che vivono in condizioni di estremo disagio economico.

I due presidenti, i consiglieri Cristina Cannistrà e Pietro La Tona, hanno messo sul tavolo il delicato tema della compartecipazione delle famiglie ai costi delle mense scolastiche partendo dal presupposto che l’Amministrazione comunale, facendo seguito all’appalto già assegnato per gli anni 2018 e 2019, ha deliberato che anche i nuclei familiari con reddito Isee da 0 a 2000 euro debbano compartecipare al costo con un contributo di 0,50 centesimi a pasto.

I componenti delle Commissioni hanno condiviso che, in linea di principio, non appare equo né opportuno chiedere alle famiglie in condizioni economiche così disagiate la compartecipazione alla spesa in questione. Tuttavia le Commissioni hanno pure preso atto che la normativa impone la compartecipazione alle spese per i servizi a domanda individuale e, inoltre, hanno convenuto che essendo l’appalto già espletato è necessario tener conto dei costi posti a base dello stesso, ma anche degli introiti che sono stati stimati.

Considerato che il 50% delle famiglie ricadono nella prima fascia con redditi abbondantemente al di sotto del minimo vitale, tenuto conto anche della necessità di operare con l’invarianza della spesa, la commissione congiunta ha deciso di presentare all’esecutivo una proposta:azzerare la compartecipazione per le famiglie rientranti nella fascia di reddito 0-2000 euro e ridistribuire, in quota parte, i mancati introiti derivanti da tali modifiche sui nuclei familiari aventi reddito superiore a 15.000 euro annui.

In tal modo i componenti delle Commissioni ritengono di venire incontro alle esigenze prioritarie delle famiglie disagiate i cui figli non possono essere penalizzati e ciò senza incidere né sugli altri nuclei familiari che si troverebbero ad affrontare solo piccoli aumenti né sul bilancio comunale che non verrebbe ad essere modificato sostanzialmente dall’accoglimento di questa proposta.

F.St.