Scuole, De Luca rilancia: “Siamo diventati modello nazionale”

Due anni fa il primo caso fu quello della scuola Ettore Castronovo dichiarata inagibile dall’Ispettorato del Lavoro e poi chiusa proprio a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico per gravi problemi strutturali. Poi arrivò il dossier dell’Ispettorato del Lavoro che ha iniziato a certificare le innumerevoli criticità di tutte le strutture, l’amara presa di coscienza che su circa 120 plessi nessuno di questo può definirsi totalmente a norma. Si aprì un dibattito infuocato sulla sicurezza degli istituti scolastici, chiusero altre scuole come la Paino di Gravitelli. Si iniziarono a programmare interventi per messa in sicurezza, furono avviati alcuni cantieri, oggi però il problema della sicurezza delle scuole è tornato in modo prepotente con l’ordinanza del sindaco De Luca. Proprio da questi plessi, ancora chiusi e quasi dimenticati, De Luca ha rilanciato la sua azione sul fronte scuole. Perché è vero che questo anno scolastico è iniziato tra i disagi e i problemi di tantissimi istituti ancora adesso sottoposti a turnazioni, è vero anche che il Milleproroghe concederà il rinvio per le certificazioni di sicurezza e farà cadere tutte le limitazioni attuali, senza che però siano stai realizzati interventi significativi sugli stabili, però, nonostante tutto questo, il sindaco De Luca spiega che la sua scelta di chiudere tutti gli istituti è stata decisiva, facendo accendere i riflettori su Messina e sollevando il problema a livello nazionale.

“A seguito della nostra ordinanza di chiusura di tutte le scuole – ha dichiarato il Sindaco – il Miur ha proposto le seguenti modifiche da noi richieste che poi sono diventate un accordo sottoscritto lo scorso 6 settembre in sede di conferenza unificata Stato – Regione. Nella fattispecie sono state recepite l’eliminazione dei cosiddetti bandi per assegnare le risorse comuni considerato che si tratta di un servizio pubblico e di conseguenza la sicurezza non può essere messa a bando; quindi l’accordo all’articolo 3 prevede che le risorse vengano assegnate direttamente ai Comuni sulla base di criteri che si evincono dall’anagrafe nazionale scolastica.

L’altro elemento importante, da noi posto, è che saranno previsti dei fondi appositi solo per la progettazione destinati ai Comuni a fondo perduto con questa finalità e in base a ciò anticipazioni consistenti per quanto riguarda la realizzazione degli interventi. Tale situazione snellisce tutto il procedimento e mette in condizione i Comuni, in un arco temporale ben definito, di poter risolvere definitivamente le criticità di tutti i plessi scolastici”.

L’accordo definisce i criteri di riparto su base regionale delle risorse destinate all’edilizia scolastica nel triennio di riferimento della programmazione nazionale 2018-2020 e prevede inoltre una semplificazione delle procedure in materia di edilizia scolastica, nonché l’impegno a garantire la maggiore trasparenza e fruibilità dei dati contenuti nell’Anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica.

I pagamenti in favore degli Enti locali potranno avvenire secondo le seguenti modalità: anticipazione al momento del finanziamento fino ad un massimo del 20 per cento, un ulteriore 40 all’atto della stipula del contratto di appalto per l’esecuzione dei lavori e la restante parte del finanziamento per stati di avanzamento fino al 90 per cento del finanziamento, considerato che il restante 10 può essere erogato solo previa presentazione del certificato di collaudo e/o di regolare esecuzione.

F.St.