Niente fondi per il Sacrario di Cristo Re. E’ chiuso da oltre un anno

Come si può pensare di far crescere questa città sotto il profilo culturale e turistico se ciò che rappresenta la sua storia viene sottratto alla libera fruizione? Se lo chiede il consigliere comunale Libero Gioveni, che denuncia la perenne chiusura del preziosissimo e storico Sacrario di Cristo Re, avvenuta su disposizione della Curia nel mese di ottobre 2013 per ragioni di sicurezza.

“Da allora, però – ricorda Gioveni – eccezion fatta per qualche associazione legata ad ambienti militari che ne ha chiesto insistentemente la riapertura, sembra calato misteriosamente il silenzio, soprattutto da parte dell’Amministrazione che dovrebbe essere invece la prima ad averne tutto l’interesse visto che questa splendida e panoramicissima struttura rappresenta non solo una risorsa culturale e turistica, ma anche il simbolo più importante della nostra memoria. Nel Sacrario, infatti – ricorda il consigliere – riposano ben 1559 Caduti in guerra, quasi tutti della provincia di Messina, di cui 1288 della seconda guerra mondiale, 110 della prima e 161 ignoti, tutti deposti in dei loculi a parete, che girano attorno in forma ottagonale ad una cripta al cui centro insiste il sarcofago del milite ignoto dello scultore Antonio Bonfiglio. Insomma, tutti elementi – insiste l’esponente Udc – che oltre a rappresentare il segno tangibile del ricordo per l’intera cittadinanza, rappresentano anche una forte attrattiva per i tanti turisti e croceristi che tra l’altro, recandosi al Sacrario, riuscirebbero a coniugare alla cultura e alla storia anche la bellissima visuale panoramica della nostra città”.

Secondo il consigliere non si possono addebitare responsabilità alla Curia, che ha chiesto invano un aiuto economico al Ministero.

“Occorre – conclude Gioveni – un tavolo tecnico costituito da rappresentanti di Curia, Prefettura, Soprintendenza e amministrazione comunale, che solleciterò direttamente nella Commissione consiliare Cultura, affinché si trovino delle urgenti soluzioni che permettano di riaprire alla libera fruizione di cittadini e turisti uno dei più bei fiori all’occhiello della nostra città”.