«Il piano di riequilibrio servirà a rimettere in moto l’economia cittadina». Dal “basso”

C’è chi lo considera uno strumento per “condonare” le colpe di quelli che c’erano prima, chi un inutile ed anche dannoso prolungamento dell’agonia economico – finanziaria di Palazzo Zanca, ma per la giunta Accorinti il piano decennale di riequilibrio ha ben altra funzione: rimettere in moto l’economia cittadina. Dal “basso”, pagando cioè ai tantissimi cittadini in credito con il Comune le somme spettanti, in alcuni casi attese addirittura da più di dieci anni.

I debiti che la giunta Accorinti si impegna ad estinguere con le risorse del Fondo di rotazione nazionale ammontano a 60 milioni di euro che fanno parte di quei 68 milioni di euro di debiti certi liquidi ed esigibili iscritti nel piano di riequilibrio (otto milioni di euro hanno già trovato copertura nel 2013).

Il vice-sindaco ed assessore alle politiche finanziarie, Guido Signorino, ed il segretario/direttore generale, Antonio Le Donne, sono convinti che l’erogazione da parte del Governo di circa 70 milioni di euro, ovviamente vincolata al definitivo via libera alla manovra finanziaria da parte dalla Corte dei conti, consentirebbe di mettere liquidità in circolo, anzi nelle tasche di numerosi cittadini, consentendo loro di poter spendere e far girare moneta.

La teoria economica targata Le Donne – Signorino è stata illustrata nel corso dell’ultima seduta straordinaria della Commissione bilancio alla presenza anche del ragioniere generale Antonino Cama, con il segretario/direttore generale impegnato a spiegare ai consiglieri comunali che i creditori del Comune sono circa 13.500, di cui oltre 13mila avanzano dal Comune una cifra al di sotto dei 50mila euro. Secondo il percorso tracciato dalla giunta e messo nero su bianco nella delibera approvata dall’esecutivo martedì sera, l’ente salderebbe il debito con questi numerosi ma piccoli creditori entro 120 giorni dall’approvazione del piano di riequilibrio da parte della Corte dei Conti. Le cifre – ha spiegato le Donne – oscillano da 30 euro (paradossale ma vero) a 50 mila euro appunto.

Ci sono, poi, circa 170 creditori a cui deve andare una cifra superiore a 50mila euro e 7-8 grandi creditori a cui spettano cifre da capogiro che si aggirano sui 500mila euro. Per loro la giunta ha studiato due diverse soluzioni di pagamento, proponendo le seguenti opzioni: o i creditori accettano un abbattimento de credito del 34% oppure possono scegliere di incassare il credito con una rateizzazione in 8 anni.

Ovviamente tutto questo avverrà dopo il 28 gennaio, termine entro il quale – come noto – il Comune dovrà rispondere ai rilievi mossi dal Ministero. Sulla scadenza ormai alle porte, il segretario/direttore Le Donne si dice sereno nonostante le critiche e lo scetticismo di alcuni consiglieri comunali ed annuncia che nei prossimi giorni arriverà in Consiglio Comunale sia la delibera di rimodulazione del piano decennale di riequilibrio, rivista e corretta secondo i correttivi richiesti dal Ministero, sia la delibera sul piano di dismissione, dal valore di circa 8 milioni di euro.

Per i contratti di servizio con Atm, Messinambiente e Amam (solo quest’ultimo è già stato approvato in giunta) bisognerà invece aspettare ancora. E’ intenzione dell’amministrazione inviare direttamente alla Corte dei Conti senza farli passare dal Ministero gli atti che regolano i rapporti tra il Comune e le sue società partecipate.

C’è poi l’immensa mole dei cosiddetti debiti potenziali (si tratta per lo più di contenziosi) con un impatto complessivo sul piano di riequilibrio pari a circa 213 milioni. Secondo Le Donne «questa cifra è destinata a sgonfiarsi» e la situazione è nella realtà meno drammatica di quel che può apparire dall’esterno. Ecco perché il segretario/direttore generale Le Donne vuole mandare alla città «un messaggio di speranza, affinché i messinesi non si facciano prendere dall’angoscia e dal pessimismo e continuino a credere che questa città può rinascere. Grazie a quanto sta facendo l’amministrazione Accorinti con la collaborazione di quella pattuglia di 20 consiglieri comunali che hanno approvato atti fondamentali per il risanamento dell'ente».

Danila La Torre